Fastback | IndyCar, Motegi 2008: Danica Patrick nella storia

Era l’anno 2008,  l’anno della fusione con la Champ Car. L’anno in cui si ritornò ad un singolo e corposo campionato a ruote scoperte in America.

Scott Dixon in testa. Ci rimarrà fino per ben 102 giri.

Scott Dixon in testa. Ci rimarrà per ben 102 giri

Era il terzo round, il primo fuori USA.  Dopo Miami e St. Petersburg, che avevano visto la vittoria di Dixon e Rahal, si volò a Motegi. La qualifica del venerdì non si disputò a causa della forte pioggia che insisteva copiosa sul Twin Ring: si partì seguendo l’ordine di classifica.

Scott Dixon, vincitore a Homestad, guidò il gruppo senza molte difficoltà mostrando una grande superiorità per gran parte della gara, fino al giro 102, guadagnando fino a 5 secondi sul primo inseguitore. La gara non fu una delle più esaltanti e, come spesso accade nelle corse su ovali, la strategia e i pit decisero la gara. A poco dal termine, Dixon conduceva davanti a Tony Kanaan e a Dan Wheldon, scomparso tragicamente qualche anno fa durante la Indy 500, e sembravano poter gestire e giocarsi il podio, ma dovettero fermarsi ai box mentre alcuni piloti potettero continuare e concludere la gara senza ulteriori fermate in pit lane.

Ceckered Flag per la prima volta per Danica

Prima Chequered Flag per Danica Patrick

A cinque giri dal termine la situazione cambiò velocemente, passò in testa il pilota brasiliano del team Penske Helio Castroneves che, assieme a Danica Patrick, aveva effettuato il loro pit al giro 149. Tutti si aspettarono una vittoria facile con tutti i contender fuori gioco per Helio ma il giro seguente la 26enne Patrick superò il più quotato Castroneves, prendendo la vetta della classifica e mantenendola per gli ultimi 3 giri. Danica arrivò al traguardo con oltre 6 secondi di vantaggio, gioendo per la prima volta davanti a fan giapponesi. Secondo arrivò Helio mentre, al terzo posto, chiuse il podio Scott Dixon, primo di quelli che si erano dovuti fermare per il pit a 5 giri dalla fine.

La Patrick entrò nella storia: fu la prima donna a vincere una gara della maggiore serie a ruote scoperte americana e dimostrò una grande freddezza e abilità nel gestire pneumatici e benzina. Un ottimo risultato, che seppe confermare nell’arco della stagione, arrivando quinta a fine campionato, e anche in quelle successive prima di approdare alla NASCAR.

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