F3 | Nelle libere di Melbourne Minì-Fornaroli dettano il passo, follia di Tsolov

Nella notte italiana, mattina australiana, ha inizio il fine settimana della Formula 3. Durante Venezuela-Italia, terminata 2-1 per gli azzurri, i trenta piloti di F.3 hanno avuto i canonici quarantacinque minuti di prove libere per preparare qualifica e gare.

La sessione ha vissuto due momenti di alti in tre quarti d’ora piuttosto tranquilli: il primo a trenta minuti dal termine delle amichevoli ostilità, con il pilota Hitech, Cian Shields, che è andato a pizzicare l’erba all’ingresso dell’ultima curva provocando il testacoda della sua vettura. Come risultato di ciò è stata esposta la bandiera rossa.

Red flag che è stata esposta anche a pochi minuti dalla fine, decretando la conclusione anticipata delle prove. È andata così: Alex Dunne (MP Motorsport) scalda le gomme, non si accorge che Nikola Tsolov (ART) è in un giro veloce e lo ostacola; adirato dall’accaduto, il campione della F.4 spagnola del 2022 (Tsolov; nda) colpisce l’irlandese girandogli a destra e urtando contro la fiancata sinistra della MP numero nove, che va ad impattare contro le barriere (fortunatamente il tutto è avvenuto a basse velocità). Un gesto di reazione a dir poco vergognoso che meriterebbe la squalifica senza se e senza ma.

Tornando alla cronaca più statistica, Minì e Fornaroli hanno fatto segnare i migliori tempi. In particolare, il pilota dell’academy Alpine (Minì; nda) è sembrato di un’altra categoria rispetto ai suoi più diretti rivali, e anche se c’è da dire che la maggior parte dei piloti non ha mai girato all’Albert Park, questo non toglie nulla a una prestazione che – se ribadita nelle sessioni che contano – sarebbe da cineteca. Lindblad, quarto, è il migliore dei rookie, Luke Browning è quinto, mentre si vede Wurz (settimo).

Più in difficoltà Ramos, sedicesimo, Tramnitz (diciassettesimo), Dunne (19°), Sztuka – che, 21°, sembra ancora in difficoltà – e Stenshorne 22°. Appuntamento alle quattro del mattino (14:00 a Melbourne) per i primi verdetti “che pesano”.

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