Cool down lap | Budapest 2025

Un uomo contro il cronometro, quello della pista e quello della vita

È un po’ di tempo che su questa collana non si scrive di Fernando Alonso. Almeno, è un po’ di tempo che non si scrive esclusivamente di Fernando Alonso. Il pilota di Oviedo, Asturie, nel nord della Spagna, luogo a lui ancora caro perché spesso e volentieri la pausa estiva (e anche il periodico check dal dentista di fiducia) la trascorre laddove tutto è iniziato, ha compiuto 44 anni – quarantaquattro come il numero di Lewis Hamilton, con il quale Fernando ha sempre avuto un rapporto un po’… così – lo scorso 29 luglio. Nel 1981 le cose erano diverse, ad esempio la prima a cui ho pensato è che l’Italia calcistica sul petto appuntava ancora due stelle. La terza sarebbe arrivata a Madrid un anno dopo, ma questa è un’altra storia. Anche per il giovane nano (vi prego, non fraintendete, in Spagna è soprannominato così per via della sua altezza; non proprio uno spilungone, decisamente non Ugo Ugochukwu), che con i genitori “apparteneva” alla cosiddetta classe operaia. Il papà, José, era un appassionato di motori e gareggiava sui kart. Decise così di sfruttare le sue competenze di meccanico costruendo uno di questi “trabiccoli”, ma non per il piccolo Nando, bensì per la sorellona Lorena. A lei, però, l’idea non sconfinferava poi così tanto, e allora su quel veicolo montò su Fernando, che di anni non ne aveva nemmeno cinque. D’altronde, la risoluzione di quelle foto parla da sola. Dopo 40 anni il trabiccolo è cambiato, è diventato un tantino più grande, anche se il numero delle ruote è sempre lo stesso. Pesa circa 800 chili, e va veloce. Forse non velocissimo, ma a Budapest un po’ di più. Fernando in Ungheria, pista dove raccolse la sua prima vittoria il 24 di agosto del 2003, ha ottenuto – 22 anni dopo – il migliore risultato stagionale. Quinto posto. E questo con una schiena indolenzita, tanto che ha preferito saltare il primo turno di prove. Certo non è chissà che cosa, ma per l’Aston Martin di quest’anno è grasso che cola, o anche oro, oro colato. La AMR25 è sì migliorata, ma non è ancora ai livelli del 2023. Alonso sembra non venire nemmeno sfiorato dagli anni che scorrono. Una dichiarazione di Sebastian Vettel, con il quale Fernando (così come dicevamo di Hamilton), per via di alcune sue frasi al vetriolo, ha sempre manifestato una certa, per così dire, insofferenza (sebbene, con il tempo, le cose sembrano essere migliorate), è emblematica: “Alonso è un superuomo, può tornare anche a 59 anni”. E come dargli torto. Tutto sembra tranne che il tempo passi. Ma il tempo passa, forse solo un po’ più lentamente. Alla fine, anche per l’asturiano arriverà quel momento. Si sarebbe già ritirato da tempo, non avesse ancora tenuto acceso, vivo, un piccolo lume di speranza. Per che cosa? Ovviamente per vincere ancora. Una gara, che manca dal GP di Spagna 2013, un campionato, assente dal 2006. Un’era geologica (sportivamente parlando) fa, con piloti classe 2004, 2005, 2006 e anche più giovani che iniziano (e continueranno) a popolare sempre più lo schieramento di partenza. Una speranza che risponde a un nome, Adrian, e a un cognome, Newey, il progettista più vincente della storia di questo sport, approdato alla corte di Lawrence Stroll e pronto a fornire le sue competenze per realizzare una vettura di prim’ordine. Quanto potrai ancora resistere, Fernando? Un pilota di Formula 1 non arrivava a correre a 44 anni da mezzo secolo, con Graham Hill che negli anni Settanta arrivò addirittura a 46. Un tempo però era molto più comune, ad esempio Juan Manuel Fangio i suoi cinque campionati li vinse a 40, 43, 44, 45 e 46 primavere. Ma oggi è quasi, anzi senza il quasi, è decisamente fantascienza. Magia nera. Avrà forse ragione Vettel? Forse no, forse sì, ma la provocazione è quantomeno azzeccata. Un uomo, ora con qualche capello bianco e la barba sempre più chiara, contro il cronometro, quello della pista e quello della vita. La sabbia in quella clessidra ancora scorre. La cera della candela si è quasi del tutto liquefatta. Non importa per quanto ancora lo farà, il pilota di corse. Il bimbo su quel kart, forse un po’ burbero, sicuramente non simpatico a tutti, addolcitosi con il tempo ma dannatamente bravo con tutto quello che ha che fare con un volante da girare a destra e poi a sinistra, gareggerà sempre e comunque.

Immagine in evidenza: © @AstonMartinF1 X profile

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Autore

Davide Attanasio
Ragazzo di ventun anni che prova a scrivere di macchine, che girando a velocità folli per tutto il mondo fanno battere il cuore e vibrare l'anima

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