UltimaCurva | Grazie Kimi, per tutto. Meritavi un trattamento diverso

Adesso è veramente ufficiale: Kimi Raikkonen non sarà più un pilota della Ferrari. Dopo otto stagioni divise in due tranche, il finlandese terminerà alla fine del 2018 la lunga storia d’amore con la Rossa. Una storia intensa, fatta di successi, di litigi, intervallata da una separazione e da un ritorno di fiamma inaspettato. Chi sta scrivendo il papello che andrete a leggere, può anche essere considerata una lettera aperta, ha iniziato a seguire la Formula 1 grazie a Michael Schumacher, il quale è stato e sarà per sempre l’idolo indiscusso. Dopo il Kaiser, l’unico pilota che è riuscito a entrare nel cuore di questo ragazzo, che grazie a MotorSport Italia ha la possibilità da ormai sei anni di condividere il proprio pensiero con gli utenti è stato proprio Raikkonen. Quindi scusate se potrete trovare delle parole un po’ di parte (ma forse nemmeno tanto sbagliate dall’oggettività delle cose).

Fermo restando che questo pezzo era già nella mia mente da qualche giorno, dal weekend di Monza più o meno, quando come un fulmine a ciel sereno ci era arrivata la notizia che Leclerc avrebbe sostituito il finnico (nulla contro Charles, ci mancherebbe) al termine del 2018, notizia successiva alle tante voci che volevano Kimi ancora in Rosso. Il cuore inevitabilmente si è spezzato in tanti frammenti, perché non riuscivo a concepire, e non riesco a farlo nemmeno adesso di come la Ferrari possa privarsi di un Raikkonen così in forma, sempre dedito alla causa anche quando gli è costato la vittoria in qualche occasione. È chiaro che Leclerc lo avrebbe dovuto sostituire prima o poi, solo che penso sia troppo presto (basta paragonarlo a Hamilton nel 2007 vi prego, altra era, altre macchine e soprattutto la possibilità di fare migliaia di chilometri di test).
Mi sono preso un giorno in più del previsto perché il passaggio di Kimi alla Sauber ha spiazzato veramente tutti. Un biennale che sta a dimostrare come innanzitutto Raikkonen abbia una voglia di correre eccezionale, quando non avrebbe veramente il dovere di dimostrare niente a nessuno. Sbaglia il buon Martin Brundle quando dice che questo fa male ai giovani piloti, perché Raikkonen vale 100 volte i ragazzini che ci sono oggi e che probabilmente resteranno a piedi, sia per il manico che per il comportamento dentro e fuori dalla pista. Kimi è stato punito, ed è la parola che mai avrei voluto usare nel commentare questo divorzio, per una gara incolore, quella del Canada. Assolutamente insufficiente, sarebbe sbagliato dire il contrario, ma qui a quanto pare la volontà di Marchionne ha avuto il sopravvento, e da qui è nato il contratto di Leclerc, impossibile da stracciare (giustamente direi). Con la morte del presidente e le ottime prestazioni di Kimi, Raikkonen si era guadagnato di diritto la riconferma, ma ormai era troppo tardi, e nonostante il volere dei vertici attuali (ci dicono di un Arrivabene e un Camilleri assolutamente pro Raikkonen), Charles aveva già un contratto, e questo è indiscutibile.
Male, malissimo la gestione della Ferrari, sia verso il pilota che nell’approccio al finale di campionato, perché la debacle di Monza è da imputare soprattutto alla poca chiarezza all’interno del team e al nervosismo di Vettel. Ne ho lette veramente tante, l’ultima poco fa su Facebook: “Menomale, è andato via il tassinaro”. Fermo restando che chi scrive certe cose, veramente, di Formula 1 non capisce una beneamata ceppa, e lo dico con la presunzione e la consapevolezza di saperne un pochino in più di chi pensa quelle cretinate, Raikkonen a Monza ha fatto il suo onesto lavoro, cercando a tutti i costi una vittoria che avrebbe strameritato, per tanti motivi. L’amore che i tifosi veri (e non quelli che nei circuiti non sono mai andati) hanno per Kimi è smisurato, e so per certo che in Ferrari molti la pensano così. Purtroppo però questa faccenda del rinnovo è stata gestita troppo male, e Raikkonen è stato fatto passare a Monza per quello che non ha voluto aiutare Vettel, e non è giusto, perché non è vero, solo un analfabeta funzionale può pensare una cosa del genere. Quindi Kimi meritava di andare via dalla Ferrari in maniera diversa, non così, non è stato corretto. Colpe o non colpe, i vertici di Maranello non sono stati capaci di gestire questa situazione in maniera lineare, e un campione del mondo dedito sempre alla causa Ferrari (sì, sempre, mio caro analfabeta funzionale che riesci a dire il contrario) meritava altro, punto.
Sfogo a parte, io penso che Raikkonen abbia tutto il diritto di continuare la sua avventura in Formula 1, in un team che lo ha lanciato contro tutto e tutti (Marko e la Red Bull volevano piazzare Bernoldi al suo posto nel 2001 sulla Sauber, rendetevi conto) e che il prossimo anno potrebbe essere ancor più protagonista di quanto non lo sia stato in questo 2018 grazie alla partnership con Alfa, Ferrari e l’apporto di piloti come Ericsson ma soprattutto Leclerc. Il prossimo anno potremmo vedere Giovinazzi al fianco di Raikkonen, una bella coppia sulla prima Sauber supervisionata da Simone Resta, uno che sa come accontentare piloti come Kimi. Che dire di più, mancano le ultime sette meraviglie in Rosso, manca anche quella vittoria da Spa 2009, sarebbe veramente la chiusura del cerchio e di un rapporto ricco di sentimenti contrastanti. Certamente vedere ancora Kimi in Formula 1 sarà un piacere per gli occhi. D’altronde Raikkonen è così, o piace o non piace, e noi lo adoriamo.Grazie Kimi, ci hai fatto gioire quando pensavamo di dover aspettare anni dopo l’addio di Schumi, e invece ancora aspettiamo dopo il tuo timbro, la tua firma sulla storia della Ferrari e della Formula 1. Quel 2007 è e resterà indimenticabile. Ci hai regalato emozioni che un tifoso, quello vero, non potrà mai dimenticare. Peccato sia finita così, ma le tue gesta in Rosso e non solo rimarranno scolpite. E ora verso una nuova avventura, altri due anni di emozioni, con il “bwoah” di sempre!

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