Formula 1, così che senso ha?

Vale davvero la pena far partire un Mondiale in queste condizioni?

Negli ultimi giorni la Federazione ha cercato di dare un orientamento ai fan della Formula 1 su quando e come si svolgerà il mondiale 2020. Un calendario non ancora stabilito ma che divide il Mondiale in continenti: si partirà dall’ Europa per terminare orientativamente a Dicembre negli Emirati Arabi, passando per l’Asia e l’America. Si è chiarito anche che le prime gare saranno sicuramente a porte chiuse, sperando di poter riaprire i cancelli dei circuiti ai tifosi più in là nella stagione (cosa che attualmente appare un’utopia vista la situazione mondiale della pandemia).

Oggi inoltre la Bild ha lanciato una probabile bozza di calendario in cui non compaiono le classiche di Spa e Monza e nemmeno quella che avrebbe dovuto essere la novità di quest’anno: il Gp d’Olanda. Chiariamo subito che è una bozza che non ha nulla di ufficiale ma la riportiamo per dovere di cronaca: le prime sei gare sarebbero ospitate su tre circuiti (Spielberg, Silverstone e l’Hungaroring) con doppi appuntamenti. Seguirebbero poi i gran premi (uno per circuito) di Azerbaijian, Singapore, Russia, Cina, Giappone, USA, Messico, Brasile, Vietnam, Bahrein e Abu Dhabi. Un calendario formato quindi da 17 gare che punta a correre per la maggior parte lontano dall’Europa, attuale epicentro del contagio del Covid-19. Questa bozza lascia perplessi sia per motivi logistici (spostarsi dall’Azerbaijian a Singapore per poi tornare in Russia?) e sia per motivi “tecnico-sportivi”. Quanto è lecito disputare doppie gare su un circuito piuttosto che su un altro? Non si rischia così di favorire la macchina che a quel circuito si adatta meglio?

Ma a prescindere da questa bozza, sorge spontanea una domanda ancora più importante: che senso ha correre un mondiale così? Un mondiale senza Monza, Spa, Montecarlo e altri circuiti europei che sono il cuore della Formula 1? Che senso ha correre senza pubblico sugli spalti? Allo stato attuale delle cose è altamente improbabile pensare che a Luglio la situazione sia tanto migliore da consentire ai team e ai giornalisti di spostarsi in sicurezza, figuriamoci pensare che dopo un paio di mesi si possano riaprire le gare al pubblico.

Non sarebbe meglio per tutti arrendersi alla realtà dei fatti e cancellare il Mondiale 2020? Ciò consentirebbe (ovviamente Coronavirus permettendo) di iniziare il Mondiale 2021 anche a Gennaio e di correre tutte le gare previste dal calendario senza doversi inventare strane combinazioni per disputare più gare su un singolo circuito o dover tagliar fuori delle corse storiche che gli appassionati aspettano per tutto l’anno. D’altronde sarebbe più giusto anche dal punto di vista sportivo: se le macchine fra 2020 e 2021 non cambieranno, sarebbe più opportuno disputare un solo campionato e non due visto che sarà quasi impossibile cambiare i rapporti di forza.

Ovviamente tutti vorremmo rivedere le macchine in pista il prima possibile ma non dobbiamo dimenticare che ora come ora non siamo noi a decidere cosa poter o non poter fare ma questo maledetto virus. Quindi, per una volta forse, la scelta migliore è quella di rientrare ai box e tornare in pista quando le condizioni saranno migliorate per davvero!

Immagine in evidenza: © Ferrari, Media Center.

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Autore

Francesco Bafaro
Laureato in Lettere, specializzando in Filologia Moderna. Seguo la Formula 1 da quando ero piccolissimo, nello scrivere cerco di unire la passione per il Motorsport con quella per la Letteratura. In fondo i piloti che ogni domenica si sfidano in pista sono proprio come gli eroi dell' Epica classica e cavalleresca!

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