Controsterzo: una lezione di eleganza.

Che goduria: vincere in casa del nemico.

E non solo: stravincere sul piano dello stile.

Che la domenica fosse memorabile lo si era già capito dallo spunto iniziale del tedesco sulla rossa numero 5.
Sempre più somigliante a quell’altro, tedesco sulla rossa numero 5, che solo a citarlo tremano le ginocchia (degli avversari).

E’ vero, poteva andare meglio.
Con una rottura delle sospensioni di Hamilton e Raikkonen nel clamoroso incidente di curva 3, la Ferrari ci avrebbe guadagnato.
Sia in termini di punti (Vettel sarebbe salito a +26 con la vittoria odierna) che in termini di morale (vatti a riprendere da un colpo così, caro Lewis).
O con un sorpasso di Raikkonen su Lewis all’ultimo giro.
O con un Bottas maggiormente difensivo nei confronti del suo compagno.

Ma dopo un’epopea nauseante composta dalla bellezza di 33 gare senza alcun ritiro per il pilota britannico, bisogna sapersi accontentare.

Disclaimer: si non è sportivissimo sperare nelle sfighe altrui per vincere un mondiale.
Ma quando sai che, la sfiga dalla tua parte ci batte sempre e quando sai che sarà, vada come vada, un mondiale incredibilmente tirato: beh, non si possono sottovalutare questo genere di episodi.
E fino a quando non si fa male nessuno, gufare fa parte del tifo, se sai prendere le cose con leggerezza

Detto questo, era difficile immaginare qualcosa in grado abbellire ulteriormente una domenica già perfetta (vista anche la spettacolarità della gara stessa, “eh la formula 1 di una voltaaaaaaaaaa”).
Eppure, questo post-gara è stato in grado di raggiungere l’obbiettivo.
Vedere loro, i dominatori dell’epoca ibrida, gli indistruttibili giganti grigi, i figli di Brawn e Zeus rosicare e cadere, così tanto in basso da poter arrivare a pensare che la mossa di Raikkonen sia stata volontaria: che bello.

Aggiungeteci un Arrivabene in modalità Josè Mourinho, con la battuta più pronta della frizione di Seb allo spegnimento dei semafori, e lo spettacolo è garantito.
Se in Austria era arrivato uno schiaffio morale, qui è arrivato uno schiaffo etico.
Dopo l’epic win di 7 giorni fa “Puoi portare un pacchetto interessante ma magari, scalda troppo e, allora, ti fermi a destra”  Iron Mauri ha tirato un’altra bordata “bisogna essere eleganti e saper perdere. Se vogliono insegnarci a essere dei gentleman, cominci lui per primo” rispondendo a James Allison che, riferendosi a Raikkonen, ha parlato di “incompetenza o volontarietà” (il tutto è stato riferito da Wolff ai microfoni di Sky Sport).

Per non parlare della faccia di Hamilton nella conferenza post-gara.
E delle sue dichiarazioni, semplicemente vergognose per un quattro volte campione del mondo.
Una caduta di stile amplificata da un retro-front con giustificazione a mo’ di terza media “ero stanco dopo la rimonta” ha scritto il signor Lewis sul suo Instagram.
E già stamattina ha fatto un ulteriore dietrofront “Kimi non lo ha fatto apposta, a volte si dicono cose stupide e si impara da esse“.
E menomale.

Sono antipatico perchè vinco” diceva Antonio Conte qualche anno fa.
A volte una semplice frase riassume tutto.
Trovavo molto simpatiche alcune frasi d’amore da parte di Wolff e Hamilton nei confronti della Ferrari, si, quando stava a 8 decimi in qualifica.
Chissà perchè non si sentono più.

 

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