Cool down lap | Silverstone 2025

La situazione di Piastri e Norris al giro di boa

È solamente per una questione di continuità – con gli altri articoli, s’intende – se a questo pezzo è stato dato questo titolo. Infatti, si parlerà di Silverstone, sì, ma più che altro si cercherà di dare una spolverata a un quadro, quello di chi il campionato mondiale di F1, toccato il giro di boa, lo sta dominando: la McLaren. Appunto, a metà stagione serve una rinfrescata, serve un “a che punto siamo?”.

La McLaren, a Silverstone, ha vinto con Lando Norris, ma è stato solamente l’ultimo dei successi ottenuti da Woking, che di gare ne ha conquistate ben nove. Su dodici. Cinque i successi di Oscar Piastri, quattro quelli di Norris, così come quattro sono state le doppiette. Morale della favola? 460 punti, più del doppio della squadra seconda nel campionato costruttori (la Ferrari), una proiezione di 920 che fa strabuzzare gli occhi e una lotta mondiale da gestire.

La McLaren, diciamolo, quest’anno non avrebbe dovuto dominare. A mancare, finora, sono stati gli avversari, e perché i papaia hanno fatto alla grande i loro compiti a casa, ma soprattutto per l’incapacità delle altre tre squadre – Ferrari in primis, seguita a ruota da Mercedes e Red Bull – di rappresentare una minaccia anche solo velata.

In qualche occasione, sì, la McLaren se la è dovuta sudare, ma nella stragrande maggioranza dei casi è stato tutto sin troppo semplice. E questo stride, se consideriamo che il 2025 è l’ultimo anno di un ciclo tecnico, ma anche se consideriamo l’andamento della scorsa stagione. Soprattutto il finale della scorsa stagione, dove la Ferrari aveva messo sotto grande pressione la squadra di Andrea Stella e Zak Brown. Su questo, comunque, troverete un’opinione in un pezzo dedicato che uscirà durante la pausa tra Budapest e Zandvoort.

Lando o Oscar, Oscar o Lando? L’australiano guida con 234 punti, Lando lo segue a 226. Otto punti, dopo 12 gare, significa che Norris ne ha persi 0,66 periodico a gara. Un nonnulla. Ergo, giudicare l’annata di Piastri come strabiliante e quella di Norris come negativa sarebbe un’equazione troppo semplicistica. Più che altro, il discorso è il seguente: il miglioramento di Oscar e le difficoltà nell’adattarsi di Lando.

Non è un mistero che Piastri, con questa McLaren, si trovi molto, molto bene. Meglio che con qualunque altra macchina guidata in F1. Ce li ricordiamo tutti, certi weekend di Oscar, staccato anni luce dal compagno e in qualifica (dove, prima di quest’anno, non aveva ancora messo a segno una pole) e in gara. Certo, l’esperienza di Norris è certamente superiore, ma a un certo punto diventa una pantomima che non regge. A un certo punto, i valori devono uscire fuori. E sono usciti fuori quest’anno, non sorprendentemente con una vettura che a Oscar piace molto.

Norris, con una smorfia, dovrà aver pensato “ma proprio quest’anno?”. La MCL39, Lando, fa fatica a guidarla. Sin dall’inizio della stagione. Da qui alcuni errori, le tante imperfezioni, sbavature, virgole al posto sbagliato. In particolare, Lando – pilota che in un certo senso guida più con le mani che con i piedi perché dotato di grande sensibilità con gli arti superiori – non sente il volante come lo sentiva gli altri anni.

La situazione, grazie a nuova sospensione anteriore portata in Canada (che, guarda caso, Piastri non ha ancora usato perché soddisfatto con la vecchia), è sicuramente migliorata, ma il lavoro non è ancora finito. In casa McLaren stanno valutando, o magari hanno già valutato, di montare il pezzo anche su Piastri, anche e soprattutto per problemi di ricambi, visto che a livello di performance non c’è differenza. È “solo” una questione di feeling. Ma, nella corsa al mondiale, potrebbe fare la differenza.

E Piastri? Sul suo conto, mi preme sfatare un mito. O, quantomeno, di dire la mia. Chi ascolta le telecronache di F1 in Italia sa benissimo quale sia la politica, la linea editoriale nei riguardi di Oscar. Ovvero, quella del Piastri “nuovo Kimi Räikkönen”, “nuovo Iceman”, “l’uomo di ghiaccio”, quello “senza emozioni”. Certo, chi commenta la Formula 1, Carlo Vanzini, ha più volte sottolineato che questa è la forza di Oscar. E siamo anche d’accordo. E però, non so come la pensiate, trapela, traspare, un senso di rigetto nell’atteggiamento del pilota di Melbourne da parte del cronista italiano.

È come se quell’ “È la forza di Oscar” sia quasi un atto dovuto, un qualcosa per farci “indorare la pillola”. Oscar, semplicemente, non è tipo che fa baldoria. Semplicemente, è un ragazzo tranquillo. Ma non per questo non sente la pressione. Non per questo è un robot. Non per questo è un pungiball da colpire ogni qualvolta se ne sente la necessità. Allo stesso tempo, Lando Norris viene dipinto come un debole, come qualcuno che se non esulta allora dovrebbe esultare, eccetera eccetera.

Insomma, stiamo parlando di due ragazzi, un classe 1999 e un classe 2001, che guidano la classifica iridata, e che nonostante questo si sentono dire che “difettano” in qualcosa. La domanda è la seguente: ma se invece di dire “a x manca”, “a y servirebbe quella z”, e di criticare sempre e comunque attraverso i soliti luoghi comuni, non sarebbe più bello apprezzare le sfaccettature, le sfumature di queste persone? Non sarebbe da persone migliori, se si deve esporre una critica, esporla con garbo, e non come se fossimo all’obitorio in attesa, quasi in fibrillazione, di giudicare quel difetto e quell’altro, quasi con disprezzo, senza la minima sensibilità che una professione come quella del giornalista dovrebbe richiedere?

Il mondiale sarà un affare tra loro. E allora che vinca il migliore. L’imperfezione non dovrebbe solamente essere giudicata. L’imperfezione è parte dell’uomo, che è imperfetto per definizione. Mettere sotto la lente di ingrandimento un fatto, una caratteristica, dare una valutazione, per quanto possibile oggettiva, è doveroso. Ma sono i modi a fare la differenza. Sempre e comunque.

Immagine in evidenza: © @McLarenF1 X profile

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Autore

Davide Attanasio
Ragazzo di ventun anni che prova a scrivere di macchine, che girando a velocità folli per tutto il mondo fanno battere il cuore e vibrare l'anima

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