Undercut: perchè i team hanno bocciato gli pneumatici 2020?

I team hanno votato all'unanimità per la permanenza degli pneumatici 2019 anche nel 2020. Capiamo il perchè.

Pirelli dovrà continuare a fornire le specifiche 2019 anche il prossimo anno a causa della scelta dei team di rimanere sulle coperture della stagione appena conclusa.
Al termine dei test di Abu Dhabi, la Pirelli e la FIA hanno dichiarato che nel 2020 vedremo in nuovamente in pista gli pneumatici 2019. Questo perchè il primo prodotto portato da Pirelli in ottica 2020 non ha convinto del tutto i team e i piloti, che quindi hanno votato in modo unanime per il mantenimento delle vecchie specifiche. 

Tra chi ha parlato di bocciatura per Pirelli e chi ha parlato di volontà dei team di non sviluppare al massimo le monoposto 2020, la verità sta nel mezzo. Il tutto senza considerare il danno economico per un’azienda come Pirelli che ha investito diversi milioni nello studio di un nuovo prodotto che potesse essere aderente alle richieste dei team e che poi è stato bocciato. 

L’antefatto riguarda le richieste dei team. Team e piloti avevano infatti chiesto di avere degli pneumatici che non avessero come maggiore criticità la finestra di funzionamento troppo stretta. Il grande problema del 2019, infatti, è stato quello di tenere gli pneumatici sempre alla giusta temperatura, vista la strettissima finestra di funzionamento. La richiesta è stata di un pneumatico che fondamentalmente fosse facile da capire e gestire. 

Inoltre, riuscire ad avere gli pneumatici sempre alla giusta temperatura, permette di evitare i problemi di graining o di blistering visti durante la stagione. A questo va aggiunta una considerazione sulla durata del pneumatico: lavorando sempre nella giusta finestra di temperatura, il pneumatico offre la massima aderenza (evitando i pattinamenti, garantendo maggior aderenza in frenata e quindi minori bloccaggi, e assicurando una perfetta trazione), con una conseguente diminuzione dell’usura. 

La Pirelli ha quindi portato ad Abu Dhabi il suo nuovo prodotto. Un pneumatico con una finestra di funzionamento abbastanza ampia da essere gestita con facilità e con i problemi di overheating fortemente minimizzati. 

Dal grafico si può chiaramente capire come il grip sia più basso e la finestra di funzionamento sia più ampia

Tuttavia, la Casa milanese ha dovuto trovare il giusto compromesso per fornire ai team un pneumatico che avesse una finestra di funzionamento più ampia. Il prezzo da pagare è stata una riduzione del grip massimo. In poche parole, per avere una gomma più gestibile, la specifica portata da Pirelli prevedeva una minore aderenza, e questo non è piaciuto né ai piloti né ai tecnici.  

Alla base del rifiuto di questa specifica, ci sono dei limiti progettuali che, scoperti a fine 2019, sarebbero stati ormai insuperabili. A fine 2019, infatti, le monoposto 2020 sono ormai praticamente definite, soprattutto dal punto di vista meccanico, che è stato sviluppato tenendo conto del livello di aderenza del 2019 (o maggiore). Fare un passo indietro e cercare di recuperare aderenza meccanica tramite la modifica di sospensioni e setup sarebbe stato impossibile. 

Inoltre, un aspetto non trascurabile riguarda la quantità di dati di cui dispongono i team. Dopo 21 GP in tutte le condizioni, tutte le mescole ampiamente provate e molte migliaia di chilometri percorsi sulle coperture 2019, per i team dovrebbe essere facile riuscire ad ottenere il massimo rendimento dagli pneumatici anche se con una finestra di funzionamento così ridotta. 

Immagine in evidenza: ©Pirelli media

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