Lo sport si evolve, che vi piaccia o meno. E vi piacerà, come sempre

NORTHAMPTON, ENGLAND - JULY 17: Max Verstappen of the Netherlands driving the (33) Red Bull Racing RB16B Honda leads the field into turn one at the start during the Sprint for the F1 Grand Prix of Great Britain at Silverstone on July 17, 2021 in Northampton, England. (Photo by Michael Regan/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content Pool // SI202107170303 // Usage for editorial use only //

Il 2021 è stato l'anno del debutto della Sprint Qualifying Race, che ha spaccatoi fan di questo sport

Ricordate quando nel calcio il gioco si fermava se un qualsiasi giocatore si trovava oltre la linea dei difensori? Poi cambiò la regola del fuorigioco, e non piacque a nessuno, almeno nelle prime fasi immediatamente successive alla ‘rivoluzione’. 

E vi ricordate quando i nuotatori e le nuotatrici avevano dei costumi ‘commerciali’, e i velocisti avevano dei normali pantaloncini? Poi si iniziarono a studiare appositi costumi e alle persone non piacque, perchè si ottenevano prestazioni migliori grazie a un costume che aveva meno attrito con l’acqua. 

Ve lo ricordate, certo. 
E la storia ci ha consegnato degli eventi. E sono, appunto, storia. 

Se la finale di Champions League 2021 fosse giocata come si giocava il calcio trent’anni fa, al 20′ cambiereste canale per guardare altro.
Cambiano regolamenti, cambiano materiali, cambia la conoscenza, cambiano stili, cambiano allenamenti. Semplicemente, cambia il mondo. 

Possiamo essere legati ad aspetti romantici di alcune cose, come stili di guida di piloti del passato e delle vecchie battaglie, ma non possiamo, per questo, fermare il progresso. Progresso che passa prima da sport di primissimo livello come la Formula 1 per poi arrivare a noi, alle automobili che tutti possono acquistare. 

Abbiamo, ad oggi, le monoposto più veloci del mondo, in grado di distruggere tutti i record del passato quando sono spinte al massimo. 
Abbiamo, ad oggi, la Formula 1 più sicura di sempre, aspetto importante che ci permette di non veder più morire due o tre piloti l’anno. 
Abbiamo, ad oggi, le monoposto più avanzate, che permettono il più grande trasferimento tecnologico pista-strada mai visto. 
Abbiamo, ad oggi, tracciati sicurissimi, con numerosi varchi e numerosi spazi progettati per avere le gru a 4 metri dalla pista, in modo da non fermare mai lo spettacolo. 

E’ inutile insistere con il passato. E’ inutile per vari motivi, primo su tutti quello legato proprio al sopracitato trasferimento tecnologico. Senza quello, probabilmente alcuni motoristi avrebbero già abbandonato il circus. 

Questa F1 cerca anche di essere ‘socialmente accettata’ strizzando l’occhio all’ambiente e alle diversità. La Formula 1 cambia con il mondo, ed è giusto che sia così. Proprio la F1 che cambia con il mondo, ci permette di vedere lo spettacolo della massima serie automobilistica in contesti impensabili fino a qualche anno fa.

A partire dal 2011, fu introdotto il DRS. Il Drag Reduction System, grande nemico dello spettacolo in pista e grande nemico del talento dei piloti. “Con il DRS tutti possono superare” era la frase più ricorrente tra gli appassionati di Formula 1. “Ammazza questo sport”, era la seconda frase in classifica. E invece adesso tutti a ringraziare questo sistema, che ci fa vedere grandi sorpassi, grandi rimonte e regala parecchio spettacolo strategico.  

In seguito, nel 2014, le critiche verso questa F1 che si evolve sono state feroci, perchè il taglio con il passato non va bene. Non va bene l’ibrido perchè non fa rumore, non va bene l’ibrido perchè è poco affidabile, non va bene l’ibrido perchè il pilota deve preoccuparsi troppo della gestione, non va bene l’ibrido per decine di motivi. E invece, con l’evoluzione di questi sistemi, oltre ad aver raggiunto un’ottima affidabilità e le maggiori performances di sempre, si ha tanto trasferimento tecnologico, trasferimento che sta avvicinando altri motoristi alla Formula 1. 

Devono passare solo tre anni per incontrare il nuovo grandissimo nemico di questa Formula 1: l’Halo. Tra gente che ha criticato i piloti, definendoli poco coraggiosi, gente che definiva ‘ammazza Formula 1’ questo dispositivo perchè “i piloti devono rischiare la vita, altrimenti possono stare come noi sul divano”, questo dispositivo si dimostra fondamentale ad ogni occasione: proprio nell’anno del debutto, nella gara di SPA, questo dispositivo ha letteralmente salvato la vita a Leclerc, ed è stato sempre più utile, di gara in gara. L’ultimo ‘miracolo’ di quel pezzo di carbonio robusto e ancorato al telaio si è visto a Monza, con Verstappen che è letteralmente finito sopra Hamilton, che è stato salvato, neanche a dirlo, dall’halo.

Forse, dopo anni di critiche verso queste nuove monoposto e verso quesi tutti i cambiamenti, nonostante la gente non si sia ancora rassegnata, è arrivato il nuovo grande nemico: la Sprint Qualifying Race. Invece questa new entry è utile sia per i team, sia per i circuiti che ospitano questi eventi, sia per la F1 stessa, che grazie a questo nuovo format potrebbe riuscire a penetrare in nuovi mercati attualmente poco presidiati da questo sport.
Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire perchè è utile. 

Perchè la sprint race è utile per i team

La sprint serve ai team per motivi di sponsorizzazioni. Una maggiore esposizione delle monoposto equivale ad una maggiore esposizione degli sponsor, e uno sponsor più esposto è uno sponsor che paga di più. Nonostante le politiche legate ai tagli dei costi e il budget cap, alcuni team sono ancora in sofferenza economica, e più soldi in arrivo dagli sponsor potrebbero essere una boccata d’aria fresca. 

Perchè è utile per i tracciati

Iniziamo col dire che la F1 viene ‘noleggiata’ dai tracciati, nel senso che i tracciati che ospitano la Formula 1 pagano per ospitare questo show. Avere attività in pista anche al sabato, con una sessione determinante al venerdì, vorrebbe dire poter vendere più biglietti per le giornate che precedono la gara. Questo per due motivi: permettere ai circuiti di incassare di più, e avere uno sconto dalla F1, sconto compensato dal maggior introito portato dai biglietti.  

Perchè è utile per la Formula 1

L’utilità di questo format, per la Formula 1, è quella di creare un prodotto più appetibile per i broadcaster americani e non solo. Rispetto alle manifestazioni americane infatti, la Formula 1 è uno sport motoristico completamente diverso. Meno sorpassi, meno imprevedibilità, meno gare tirate, ma competizioni totalmente diverse e a tratti ‘noiose’ per un pubblico abituato a ben altro. Quindi accorciare la gara, creando una ‘micro battaglia’ da mezz’ora, potrebbe essere un buon modo per far appassionare il pubblico americano a uno sport tipicamente europeo. E se più persone si appassionano, rileggere in loop i due punti precedenti, può far capire l’utilità delle gare sprint. 

Il romanticismo va bene, i vecchi duelli andrebbero rivisti in loop per ore per apprezzare coraggio, tenacia e tecnica di mostri sacri del passato. Ma è passato. Sappiamo che è stato un gran periodo di F1. Ma ora è il momento di guardare oltre. Perchè restare ancorati a quel vecchio pensiero di F1 legato a vecchi circuiti, vecchie auto e vecchi piloti? 

E alla fine, come tutte le altre modifiche, vi piacerà. Perché non ne saprete fare a meno. Perché la differenza di rendimento tra la gara corta e quella lunga vi piacerà e darà spettacolo. Perché quei punti renderanno i mondiali ancora più combattuti o perché aiuteranno a deciderli prima. Perché la vittoria in una sprint race potrebbe rendere meno amara una stagione deludente. O perché, semplicemente, assimileremo questo nuovo format, ci piacerà, sarà la nuova abitudine del ‘guardare la gara anche di sabato’. E la guarderemo. Semplicemente perché amiamo questo sport e non sappiamo farne a meno.

Immagine in evidenza: ©

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