Test Formula 1: analisi dei tre top team

I team e i piloti hanno lasciato temporaneamente Barcellona per tornare nelle sedi delle squadre. Ora inizia il periodo di analisi dei dati, i numeri che diranno cosa aspettarsi dalla stagione che sta per arrivare.
Tutti sono sembrati abbastanza ottimisti, ma è chiaro che non tutti sono felici dei risultati ottenuti in pista in questi giorni.
Andiamoli a vedere uno per uno.

Le vetture 2019 sono più veloci delle vetture 2018

Sembrava che, con il nuovo regolamento, le monoposto sarebbero leggermente regredite. Molti team principal erano convinti che la semplificazione aerodinamica portasse ad una perdita di prestazioni. Anche lo stesso Binotto, che prevedeva un secondo e mezzo in più al giro, si è detto sorpreso.
E già al termine dei primi test si vedono i primi passi avanti.
Il miglior giro della passata stagione durante i test fu 1’17”182. Al termine dei primi test, l’ideal time del 2019 è di 1’17’104. Se consideriamo che nessuno dei top team ha tentato un vero time attack, allora possiamo ben sperare.

Certo, è vero che l’anno scorso ci fu l’intoppo delle condizioni meteo, dell’asfalto nuovo, della gommatura portata via dalla pioggia, ecc ecc.
Allora consideriamo il tempo della qualifica durante il campionato: 1’16”173. A maggio. E con il secondo step di sviluppo delle monoposto. Proprio in Spagna, infatti, arrivano i primi massicci aggiornamenti per i team, che portano a guadagnare qualche decimo al giro.
Se consideriamo tutti questi fattori e li sommiamo, è facile ipotizzare che si potrebbe arrivare a sfondare anche il muro del minuto e sedici secondi.

Ferrari più veloce secondo Pirelli

Al termine dei primi test la Ferrari risulta essere solo in quinta posizione se si guarda la classifica aggregata dei tempi. Leclerc, infatti, è risultato essere il detentore della miglior performance effettuata dalla Rossa con il tempo di 1’18”046. Subito dietro Leclerc, troviamo il finlandese Valtteri Bottas. Tuttavia Bottas ha utilizzato la mescola più morbida (C5) per ottenere il suo miglior giro, mentre Leclerc ha girato sempre con la mescola intermedia della gamma (C3).

Secondo il produttore di pneumatici, infatti, la Ferrari avrebbe potuto portare la sua migliore performance fino ad 1’16”8. La simulazione di Pirelli potrebbe essere abbastanza verosimile per alcuni motivi: Pirelli conosce i carichi di benzina delle monoposto, conosce le configurazioni aerodinamiche delle vetture e conosce il livello di spinta di mappatura e pilota.
Fare 1’16”8 adesso, vorrebbe dire arrivare anche a 1’15 alto in fase di qualifica.
Sembra che le dichiarazioni prudenti di inizio stagioni siano state ampiamente smentite.
Forse a Maranello può esserci del cauto ottimismo in vista della stagione che sta per iniziare.

Honda: incognita vibrazioni

Per i giapponesi, i primi test sono sicuramente stati molto soddisfacenti. Le monoposto motorizzate Honda hanno percorso in totale poco meno di 1.000 giri, accumulando un monte chilometri molto interessante. Secondi solo a Ferrari (che però aveva tre vetture in pista), i motorizzati Honda hanno già superato il numero di chilometri effettuati durante tutti i test 2018.

Tuttavia, sulla Red Bull è apparso un particolare un particolare che ha attirato l’attenzione di tutti gli appassionati e addetti ai lavori. Sulla Red Bull di Pierre Gasly, che si dice soddisfatto dello svolgimento dei test, è stato installato un tirante tra l’ala posteriore e la copertura dello scarico. Questo ha fatto subito pensare al fatto che lo scarico producesse troppe vibrazioni. Nel caso in cui questo dovesse essere verificato, vorrebbe dire che il tirate è stato installato per evitare cedimenti dello scarico.

Ovviamente non si hanno conferme, e i tiranti potrebbero essere stati installati per diminuire le vibrazioni sull’ala e non sullo scarico. La seconda ed ultima sessione di test prestagionali che sta per iniziare ci dirà di più su questa situazione che potrebbe portare qualche preoccupazione al motorista del Sol Levante.

Mercedes: problemi di gestione?

La temperatura molto dissimile rispetto a quelle che vedremo durante il campionato non è certo utile ai team per far funzionare al meglio gli pneumatici. Sembra infatti che la Mercedes, per ammissione dello stesso Bottas, abbia dei problemi con la finestra di funzionamento degli pneumatici. Il lavoro svolto nei primi quattro giorni ne è la prova: Hamilton ha fatto un lungo stint su coperture C5 abbassando progressivamente i tempi sul giro fino a rimanere costante per qualche giro e poi rientrare ai box.

Hamilton Mercedes test Barcellona

© motorsport.com

Per cercare di migliorare il rendimento delle coperture, sono state effettuate diverse modifiche alle sospensioni, che però non hanno avuto l’effetto desiderato. La W10 è stata a tratti nervosa, con i piloti che hanno avuto molti problemi di sottosterzo, e a tratti non veloce come ci potrebbe aspettare. Proprio Bottas ha dichiarato che la monoposto risulta avere grossi problemi in alcune curve dovuti al bilanciamento.

La W10 sembra quindi aver ereditato alcuni problemi della sua antenata più recente, problemi di gestione pneumatici che sono stati risolti con una soluzione controversa. Se dovesse accadere anche nel 2019, allora vorrebbe dire che il progetto, nonostante i titoli vinti, andrebbe rivoluzionato.

A questo punto, dopo una brevissima analisi sui top team, non ci resta che concentrarci sulla seconda sessione di test per cercare di capirne ancora di più.

Fonte immagini: Google Immagini

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