Cool down lap | Baku 2025

Gli equilibri sottili, le gomme incomprensibili e la meteoropatia dilagante

A volte mi chiedo se tutti questi anni (non tantissimi alla fine, solamente tredici…) passati a guardare la Formula 1 possano bastare per spiegare parte delle dinamiche che caratterizzano questo sport. Ecco, il fine settimana che la massima categoria dell’automobilismo a ruote scoperte ha appena trascorso in riva al Mar Caspio, precisamente a Baku, capitale dell’Azerbaigian (sì, si scrive anche così), mi ha dato una risposta chiara: no. Ma forse non basterebbero nemmeno cento campionati per spiegare chiaramente perché una McLaren schiacciasassi alla domenica fosse più lenta di una Williams e, talvolta, anche di una Racing Bulls. E quando magari qualcuno mi pone una domanda, mi sento in imbarazzo perché non so come/cosa rispondere. Mi consola il fatto che sia così per praticamente tutti (se per qualche lupo di mare non è così, vi chiedo sommessamente di farvi avanti), e il motivo dietro ciò risiede certamente in equilibri sottili, dettati da piccole inezie che fanno la differenza in un senso o nell’altro. Anche dal meteo: un grado in più o in meno, una folata di vento nel momento sbagliato, un colpo di freno in meno, può di fatto sconvolgere una qualifica e quindi anche una gara, con tutte le conseguenze (strategiche e non) che un risultato sottotono, o al contrario al di là delle attese, comporta. È stato questo il caso (in positivo) di Carlos Sainz (Williams) e Liam Lawson (Racing Bull) e (in negativo) delle McLaren e delle Ferrari. Velocissime il venerdì, alla stregua di un bel cigno, sabato la SF-25 sembrava il brutto anatroccolo. In pratica, il contrario di come va la famosa fiaba di Andersen. Ogni tanto, giusto così, sarebbe anche bello che la trama fosse lineare. Però questa è un’altra storia. A Baku – parafrasabile dalla lingua caucasica (o meglio, lingua turca, altrimenti i linguisti si arrabbiano) come “città del vento”, o meglio “città dove soffia il vento” (ps, Sky Sport Italia, se volevi infilarmelo nella testa ci sei riuscita) – è accaduto proprio questo. Che i papaia (=la McLaren) e i rossi (=la Ferrari) sono sprofondati nel mulinello, anzi, nel vortice, mentre i nobili decaduti (=la Williams) e i piccoli tori (=la Racing Bulls) hanno sfruttato a loro favore la corrente e si sono fatti trasportare. Alla fine, per Carlos Sainz un podio scacciapensieri, e per Liam Lawson dieci punti buoni come il pane. Oscar Piastri, al contrario, ne ha combinata una in più di Bertoldo: prima la falsa partenza (neanche Usain Bolt a Daegu 2011), poi l’impatto, inopinato, quasi imbarazzante, contro la barriera, dopo che già in una delle qualifiche più assurde della storia (sei bandiere rosse…) la sua macchina si era affossata nell’abbraccio poco affettuoso del muro; Lando Norris, settimo, non ha potuto in fin dei conti fare granché. Insomma, tra i secchioni della classe gli unici a essersi salvati sono stati Max Verstappen e le due Mercedes. Su Verstappen bisognerebbe stendere un velo pietoso per quanto sia bravo, mentre quanto alle Frecce d’Argento… si sa che a loro piace il fresco. Ci fossero tanti Gran Premi alle isole Faroe, li vincerebbero tutti loro. L’uomo conta, la macchina un po’ di più, ma dietro a una macchina ci sono molti uomini. Certo, anche molti software. Ma soprattutto molti uomini. Quelle colonnine un tempo di mercurio, che si alzano su e giù, stanno già facendo ammattire mezzo mondo. Per non parlare delle gomme, che neanche chi le produce riesce a capire. Capire, capire. Anche dopo cento anni (se ci si arriva). A Singapore più che di vento si parlerà di umidità. Forse pioverà, forse no. Forse servirebbe una specializzazione in meteorologia. E in “gommologia” (perché pneumologia significa un’altra cosa, e forse dopo aver scritto questo un po’ di fiato mi manca davvero)…

Immagine in evidenza: © @F1 X profile

Iscriviti al nostro Canale Telegram per ricevere tutti i nostri articoli sul tuo smartphone

Autore

Davide Attanasio
Ragazzo di ventun anni che prova a scrivere di macchine, che girando a velocità folli per tutto il mondo fanno battere il cuore e vibrare l'anima

Lascia un commento! on "Cool down lap | Baku 2025"

Leave a comment

Your email address will not be published.


*