I Cavalieri del Motorsport: Gilles Villenueve.

Un pensiero per Gilles Villenueve, scomparso l' 8 Maggio 1982 sulla pista di Zolder.

Nella storia della Formula 1 ci sono diverse categorie di piloti: quelli che vengono ricordati per i loro palmares straordinari, quelli che finiscono nel dimenticatoio e quelli che vengono ricordati per le emozioni che erano in grado di suscitare alla guida. Gilles Villenueve rientra sicuramente in quest’ultima categoria, nonostante conti soltanto 6 vittorie in Formula 1 è uno dei piloti più amati e ricordati della Storia. Nessuno più di lui incarna meglio il titolo di Cavaliere del Motorsport.

L’ESORDIO

La Formula 1 degli anni 70 era una categoria molto diversa da quella che conosciamo oggi: in ogni gara vi erano in media più di 30 piloti partecipanti, molti meno erano coloro che riuscivano a qualificarsi per la gara e non era sicuramente facile individuare, fra i nuovi arrivati, chi potesse resistere a lungo in un ambiente del genere.

Quando Gilles arrivò in Formula 1 era poco più di uno sconosciuto: aveva corso prevalentemente in motoslitta, ma a lanciarlo fu la McLaren grazie alla sponsorizzazione di James Hunt, rimasto sbalordito da quel rivale in cui si era imbattuto in una gara di Formula Atlantic. Categoria che per l’inglese era soltanto un passatempo mentre per il giovane canadese sarà l’unico campionato di monoposto disputato prima della F1 (oltre alla Formula Ford regionale). L’esordio per Gilles avvenne infatti già nel 1977, nel Gran Premio di Gran Bretagna a bordo della terza McLaren. L’esordio passò in sordina fra il grande pubblico (terminerà 11°, anche a causa di problemi tecnici) e persino la scuderia di Woking non credette che quel ragazzo avesse la stoffa per continuare in Formula 1, tanto che nelle gare successive gli venne preferito il più esperto Patrick Tambay.

LA CHIAMATA DI ENZO FERRARI

Intanto Niki Lauda diventava Campione del Mondo per la seconda volta e, ottenuta la certezza matematica del titolo, abbandonava la Ferrari a due gare dal termine. Enzo Ferrari sorprese tutti chiamando come sostituto il giovane Gilles, di cui molti a stento ricordavano che avesse già corso a Silverstone con la McLaren. Quella del Drake fu una vera e propria scommessa: prendere un pilota sconosciuto e portarlo sul tetto del mondo. La scommessa però, almeno all’inizio, non sembrava pagare: il canadese raccolse un ritiro e un arrivo fuori dai punti nelle due gare disputate. Oltretutto si attirò un mare di critiche per l’incidente occorso in Giappone, quando si scontrò con la Tyrell di Ronnie Peterson causando la morte di due persone (un commissario e un fotografo). Nonostante la forte pressione della stampa italiana, che spingeva per un suo licenziamento, Enzo Ferrari continuò a credere in Gilles e gli rinnovò il contratto e la fiducia anche per il 1978.

L’anno seguente però non iniziò nel migliore dei modi: Villenueve continuava a collezionare errori ed incidenti pericolosi e spettacolari che gli valsero il soprannome di Aviatore. Molti si chiedevano quale fosse il motivo che spingeva Ferrari a continuare a dare fiducia al canadese, in fondo molti piloti (anche più blasonati) erano stati licenziati per molto meno. La verità la svelò lo stesso Enzo Ferrari molti anni dopo, quando ormai Gilles era già entrato nella leggenda: “Con la sua capacità distruttiva che macinava semiassi, cambi, frizioni, freni ci insegnava anche cosa fare perché un pilota potesse difendersi in un momento di necessità. È stato un campione di combattività, ha aggiunto notorietà a quella che la Ferrari già aveva, gli volevo bene”.

Quelle tre parole, pronunciate da chi raccomandava al figlio Piero di non affezionarsi troppo ai piloti perché potevano andarsene ad ogni gara, spiegano meglio di ogni cosa perché Gilles fosse così speciale. La fiducia di Enzo comunque fu ripagata: Villenueve crebbe nella seconda parte di stagione e nel suo Gran Premio di casa in Canada vinse il primo GP in carriera diventando già un eroe nazionale.

GILLES, CAMPIONE DI SFORTUNA

Negli anni successivi Villenueve divenne in poco tempo il beniamino non solo dei tifosi della Ferrari ma anche degli appassionati di motori. Purtroppo però la dea Fortuna non gli sorrise: nel 1979, nonostante la 312 T4 fosse di gran lunga la migliore del lotto, una serie di inconvenienti tecnici lo relegarono indietro nella classifica del Mondiale. La Ferrari decise allora di puntare tutto su Jody Scheckter e Gilles accettò di fargli da scudiero, con la promessa che l’anno successivo sarebbe toccato a lui. Scheckter divenne Campione del Mondo ma negli anni successivi la promessa di Enzo non poté diventare realtà a causa di macchine non all’altezza della Ferrari. Il 1980 fu l’anno peggiore, con 0 vittorie e 0 podi mentre le cose andarono meglio nel 1981 con l’introduzione del motore turbo.

Alla guida della nuova Ferrari 126 CK Villenueve corse le migliori gare della sua carriera, nonostante la macchina non fosse ancora all’altezza del suo talento. Nella prima parte di stagione infatti il motore Ferrari soffrì di problemi cronici di affidabilità e le cose iniziarono ad andare meglio solo a partire dal GP di San Marino in cui ottenne la pole ma non riuscì a portare a casa la vittoria. Le vittorie arrivarono invece a Montecarlo e in Spagna, sul tracciato di Jarama, con due prestazioni sublimi. In particolare a Jarama Villenueve incantò tutti con una super partenza che lo piazzò al secondo posto (dal settimo sulla griglia) e con un lungo duello per conservare la prima posizione ereditata dal ritiro di Alan Jones. Grazie a una guida perfetta e alla potenza del suo motore turbo Gilles riuscì a tenere dietro di sé un trenino di quattro macchine, complessivamente più veloci della sua Ferrari, per gran parte della gara. Tuttavia la sua gara più bella fu probabilmente quella che corse in Canada qualche mese dopo: sotto un diluvio torrenziale e con l’ala anteriore divelta (che oltre a far perdere carico aerodinamico alla macchina gli impediva la visibilità) Villenueve si rifiutò di tornare ai box per la sostituzione del muso e concluse terzo mandando in visibilio il pubblico di casa. Il suo segreto? Non potendo vedere nulla davanti a sé Gilles si affidò alle tracce degli pneumatici delle altre macchine lasciate sulla pista bagnata per scegliere le traiettorie da seguire.

Il 1982 doveva essere il suo anno: risolti i problemi di affidabilità la Ferrari aveva per le mani la macchina migliore del lotto. Sappiamo tutti invece com’è andata: il Gran Premio di Imola fu una coltellata per Villenueve che si sentì tradito da Pironi (che non rispettò l’ordine di scuderia di rimanere dietro a Gilles) e non difeso dalla Ferrari (che con lui aveva ancora il debito di quel titolo 1979 a cui aveva rinunciato per il bene della squadra). Il destino se lo portò via nella corsa successiva, durante le qualifiche del Gran Premio del Belgio, lasciando un vuoto incolmabile sulla griglia ma soprattutto nei cuori di tutti gli appassionati.

GILLES, L’IMMORTALE

Non c’è retorica nel definire Villenueve immortale. Lo era diventato già prima del tragico incidente di Zolder. Lo era diventato il 1 Luglio 1979 a Digione, quando aveva dato vita insieme ad Arnoux a questo duello. Uno dei più incredibili ed entusiasmanti della Storia della Formula 1. Lo era diventato già quando aveva portato la macchina a podio nella sua gara di casa senza un alettone e senza vedere nulla davanti a sé, sotto una pioggia torrenziale. Lo era diventato facendosi voler bene da un uomo rude ed egoista come Enzo Ferrari. Villenueve è immortale perché ancora oggi ( a 38 anni dalla sua morte) risulta, insieme a Michael Schumacher, il pilota più amato dai Ferraristi.

Quando vieni ricordato perché hai vinto tanto sei un Campione, ma se vieni ricordato perché hai regalato emozioni e pelle d’oca entri in una dimensione unica e soltanto tua. Perché sono le emozioni e i brividi che hanno fatto nascere la Formula 1, sono queste che Gilles provava quando correva e trasmetteva a chi lo guardava, anche attraverso un televisore a migliaia di chilometri di distanza. Quanti altri dopo di lui sono riusciti a fare lo stesso? Salut Gilles e grazie di tutto!

Immagine in evidenza: © Scuderia Ferrari, Twitter account.

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Autore

Francesco Bafaro
Laureato in Lettere, specializzando in Filologia Moderna. Seguo la Formula 1 da quando ero piccolissimo, nello scrivere cerco di unire la passione per il Motorsport con quella per la Letteratura. In fondo i piloti che ogni domenica si sfidano in pista sono proprio come gli eroi dell' Epica classica e cavalleresca!

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