Vettel è davvero crollato?

Si dice che si sia rotto qualcosa nella mente del tedesco, ma è davvero in difficoltà o è un problema che non esiste?

Inizio col dire che chi mi conosce sa che Vettel mi sta simpatico come gli esattori delle tasse stanno simpatici agli evasori fiscali.
Si badi bene però che si parla di ‘simpatia’ e non di qualità di guida. Questo vuol dire che valuto Vettel come un buon pilota, anche se non lo inviterei a vedere la partita a casa mia. Cosa che probabilmente farei con quel simpaticone di Raikkonen. Detto questo, andiamo avanti.


Messi in archivio i primi quattro gran premi, che hanno fatto registrare quattro doppiette Mercedes, non posso far altro che analizzare la situazione in modo più obiettivo possibile. E mi tocca difendere Vettel.

Il dato di fatto è che il ‘problema’ Vettel non esiste. 

È uno dei soliti problemi creati dai giornalisti/blogger/scrittori per vendere qualche copia in più o per fare qualche visita in più sui propri siti web.
Questo perchè quando si parla di Vettel con problemi motivazionali, o quando si parla di un Vettel non tranquillo, non si ricorda il passato. Nel 2014, nessuno parlò di ‘crisi psicologiche’ quando Vettel diceva che la Red Bull era (e cito testualmente) ‘veloce come un cetriolo’.

Nel 2016 idem, ma le cose erano diverse: Seb era in Ferrari.
E quindi, come sempre, i tifosi Ferrari erano pronti ad incolpare tutti pur di non toccare Vettel.

Nemmeno nei momenti in cui Raikkonen era nettamente più veloce di Vettel si parlava di crisi. Addirittura si arrivò a dire che nel box qualcuno voleva favorire Kimi per mettere in cattiva luce Vettel. 

Basti pensare che nemmeno dopo una serie incredibile di errori come quella vista lo scorso anno si parlò contro Vettel.
Dopo che Seb buttò letteralmente via un mondiale, ancora si cercavano scusanti. “Eh ma l’olio perso da Stroll in Germania…”; “Eh ma Kimi ha tirato troppo la staccata a Monza, doveva farlo passare!”; “Eh ma la strategia delle gomme a Singapore”; “Eh, chiaramente i cordoli di Suzuka sono troppo alti, altrimenti non si sarebbe girato così”. E queste sono solo alcune delle frasi utilizzate per giustificare una seconda metà di stagione 2018 letteralmente ridicola del tedesco. 

Vettel si dispera dopo essere finito contro le barriere nel GP di Germania

Ma all’alba della stagione 2019, con il povero Kimi che non veste più la tuta Rossa, l’uomo da attaccare è diventato Vettel. Già, perchè l’uomo voluto dal compianto Marchionne è già intoccabile.
Ben venga un giovane pilota veloce e voglioso di vincere in Ferrari, ma maltrattare così Vettel è una cosa che non si può e non si deve fare.
Ora il nuovo giovanotto ha rapito tutti i ferraristi e sta dimostrando chiaramente di essere il più veloce in gara, ma trattare Vettel come è stato trattato Kimi non è giusto.

Inoltre, se andiamo a guardare i risultati delle qualifiche, il buon Sebastian sta nettamente vincendo il confronto interno con Charles.
È più avanti in classifica e, soprattutto è ancora la prima guida.
E prima dire che Seb è più avanti di Charles solo per gli ordini di scuderia, ricordate che difendevate gli stessi ordini di scuderia quando era Kimi a spostarsi.

Non fatevi trascinare nel tunnel del ‘baratro mentale di Vettel’ solo da chi cerca qualche minuto di celebrità. Guardando i risultati con obiettività, Seb sta facendo una grande stagione. Soprattutto se si considera la differenza tecnica tra Mercedes e Ferrari.
Seb è tutto tranne che un pilota finito. Magari sta affrontando un momento di scarsa forma o di sconforto dovuto a delle prestazioni inaspettatamente scadenti della SF90. Ma, come tutti i vetteliani hanno detto per anni ‘quattro mondiali non si vincono per caso’, quindi ora quegli stessi vetteliani dovrebbero crederci.
Come sto facendo io. Che non ho nessuna simpatia per Vettel.

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