Ecco cosa ci hanno detto davvero i test 2019

Per sette giorni e mezzo tutti hanno sostenuto che la Ferrari fosse davanti a tutti, ma una zampata di Hamilton nel pomeriggio dell’ottavo giorno ha fatto titubare qualcuno.

Nonostante questo però, la convinzione che la Ferrari sia la più veloce hanno spostato tutti verso una domanda: di quanto la Ferrari è più veloce della Mercedes? La convinzione prevalente è che sia intorno al mezzo secondo, anche se sembra esagerata come previsione.

Se il crono incredibile di 1’16”221 fatto segnare da Vettel su pneumatico C5 sembra incredibile, il tempo che realmente risulta essere impressionante è quello fatto su C3. Il tedesco ha infatti effettuato un giro stratosferico in 1’16”720. La mattina prima, Hamilton aveva effettuato una tornata in 1’18”097 su pneumatici C2. E se questi tempi sembrano essere quelli meno significativi, sono proprio questi tempi a darci una reale idea delle performance delle due monoposto.

Vettel ha girato, come detto, in 1’16”720 su mescola C3. Stando a quanto riportato da Pirelli, ogni step di mescola ‘vale’ circa 0.7 secondi. Seguendo questo ragionamento, Vettel avrebbe potuto chiudere un giro su C5 con il tempo di 1’15”320.

Per lo stesso principio, il tempo di 1’18”097 fatto segnare da Hamilton con C2, può essere adattato a 1’15”997.
Se consideriamo che il tracciato spagnolo maltratta pneumatici con battistrada molto morbido, il tempo di Vettel può essere ritoccato al rialzo aggiungendo circa due decimi.
Il distacco di mezzo secondo tra le monoposto sembra dunque essere verificato.

Questo distacco sembra essere confermato, seppur in modo minore dalla simulazione di gara effettuata da Bottas e da Leclerc.
Essendo state simulazioni con giri cronometrati e pit stop, abbiamo potuto utilizzare solo tutti i giri con passaggio sul traguardo per i nostri calcoli. I due piloti hanno effettuato 62 giri (il GP di Spagna sono 66 giri ma, come già detto, i giri di percorrenza in pit lane non possiamo utilizzarli per assenza di rilevamenti cronometrici corretti), divisi su tre stint.
Bottas ha iniziato con pneumatici C3 e poi ha utilizzato due treni di pneumatici C2, mentre Leclerc ha utilizzato tre set di pneumatici C2.

Per percorrere 62 giri cronometrati, Valtteri Bottas ha impiegato 1:29’24”444.
Per percorrere 62 giri cronometrati, Charles Leclerc ha impiegato 1:29’06”773.
La differenza è di esattamente 17”671. Grossolanamente, potremmo dividere questi 17 secondi di ‘vantaggio’ su 62 giri. Il risultato è di 285 millesimi di differenza a giro.

La media, tuttavia, non racconta la verità. O meglio, non racconta tutta la verità.
Il distacco tra Ferrari e Mercedes, infatti, risulta essere molto più ridotto in gara che in qualifica. Inoltre, la Ferrari risulta essere molto più veloce della Mercedes durante i primi due stint, ovvero a serbatoio pieno. Nel terzo stint, infatti, la Mercedes risulta essere più veloce della Ferrari a parità di mescola.
Questo può voler dire che la Ferrari riesce ad essere molto veloce sia nelle fasi iniziali della gara, sia in configurazione da qualifica.

E sembra che questo fantasmagorico richiamo al vantaggio della Ferrari sia dunque motivato.
Resta però il problema dell’affidabilità: un cedimento di un cerchione, un problema di temperature, un problema allo scarico ed un problema elettrico.

Proprio su questo ultimo problema ci si dovrebbe soffermare: un ‘problema elettrico’ può riguardare molte cose. Da un cavo sciolto dal calore, ad un problema in una saldatura di qualche scheda al cedimento della MGU-K.
Tutti questi sono classificabili come problemi elettrici. Quale di questi si è abbattuto sulla SF90?

La Red Bull

La Red Bull ha dimostrato di essere abbastanza veloce ed affidabile nonostante due mezze giornate perse a causa degli incidenti di Gasly.
La monoposto del team di Milton Keynes sembra finalmente poter fare tanto grazie alla power unit Honda e, soprattutto, può migliorare grazie al genio di Adrian Newey.
I piloti sembrano essere in buona condizione nonostante qualche errore, e Verstappen avrà anche la pressione di concretizzare con qualche vittoria il suo status di primo pilota che ha spinto Daniel Ricciardo ad allontanarsi dalla Red Bull per andare verso la Renault.

L’ 1’18”395 di Verstappen fatto segnare su mescola C2 fa ben sperare i tecnici del team austriaco. E questo grazie al principio di cui sopra.
Una tornata in 1’18”395 su C2, può voler dire una tornata in 1’16”2 su C5.
Tre decimi di ritardo da Mercedes è un ritardo colmabile durante la stagione.

Sembra quindi che i tre top team siano confermati anche per la stagione 2019, resta solo da capire cosa accadrà per le posizioni che vanno dalla quarta in poi.

Anche se, come ha detto Verstappen: “Solo a Melbourne si sveleranno le vere performance delle auto”.

Lotta per il quarto posto

Sembra essere molto serrata, invece, la lotta per il quarto posto, con i team che hanno svolto lavori molto differenti tra loro, quasi tutti volti ad aiutare i top team che li forniscono. Unica eccezione è stata la Renault, che ha lavorato esclusivamente per migliorare la propria vettura.

Renault

La monoposto francese, è l’unica ad avere delle linee differenti rispetto alle altre e, come detto, a lavorare per sè stessa.
Il potenziale della Renault sembra non essere stato mai espresso al massimo, ma l’affidabilità sembra essere migliorata. Nonostante le sensazioni dei piloti non siano del tutto positive riguardo la nuova aerodinamica, sembra che la Renault possa fare bene. I tanti giri percorsi senza problemi dalle power unit francesi lo dimostrano.

Toro Rosso

La monoposto sviluppata dal team di Faenza in strettissima collaborazione con la Red Bull Technology, è stata in cima alla classifica dei tempi alla fine del terzo giorno. La STR14 ha infatti percorso moltissimi chilometri e moltissimi giri, risultando abbastanza concreta soprattutto dal punto di vista dell’affidabilità. Il lavoro svolto dalla Toro Rosso sulla power unit è stato rivolto soprattutto alla raccolta dei dati per Honda, in modo da poter facilitare il lavoro della Red Bull.

Alfa Romeo Racing

La Alfa Romeo Racing è l’unica che tra le motorizzate Ferrari sembra lavorare in autonomia. Nonostante la condivisione dei dati relativi alla power unit, la ex Sauber pare abbia lavorato in un’ottica di sviluppo tutta propria.
Il team elvetico ha infatti lavorato molto sulle simulazioni di gara e sullo sviluppo aerodinamico della monoposto, effettuando un lavoro totalmente diverso dall’altro team motorizzato Ferrari. I test su cui hanno insistito gli svizzeri, però, hanno riguardato i sensori. Dobbiamo a questo punto capire se i cablaggi sono gli stessi utilizzati dalla Ferrari e se c’è sentore di qualche possibile problema.

Haas

La Haas sembra quella che più di tutte ha lavorato in ottica Ferrari.
Durante i primi quattro giorni sono state provate diverse soluzioni di cofano motore per capire quanto flusso fosse realmente necessario alla power unit per rimanere ‘fresca’.
Dopo questi test, i piloti sono stati abbastanza liberi di girare nonostante ogni tanto qualcuno vestito di rosso si recasse nei box Haas.

McLaren e Force India

Per McLaren e Force India il discorso è abbastanza simile. I due team stanno ricostruendo, ed i motoristi li hanno lasciati abbastanza liberi di fare.
La McLaren si è presa diverse volte la testa della classifica tempi con degli ‘sponsor time’ utili non solo al morale.
Lavoro simile per la Force India, che sembra pronta a lottare nuovamente per la quarta posizione come negli anni passati.

Williams

Quanto visto a Barcellona è l’emblema della parabola della Williams.
Dal 1977 al 1997 sono arrivati titoli mondiali, poi sono rimaste ‘solo’ le vittorie (l’ultima in Spagna nel 2012 con Maldonado), poi i piazzamenti e, infine, nemmeno i punti.
Questa annata doveva essere quella della rinascita, ma a Barcellona la monoposto è arrivata tardi, con molte soluzioni da rivedere con pochissimi chilometri percorsi.

Per la scuderia di Grove si prospetta un altro anno molto negativo.

Chilometri e giri: chi sale e chi scende

Per quanto riguarda i chilometri ed i giri percorsi, chi può essere soddisfatta è sicuramente la McLaren. 873 giri percorsi in otto giorni non si vedevano dal 2014, ultimo anno di motorizzazione Mercedes.

Chilometri percorsi power unit Formula 1

I chilometri percorsi dalle varie power unit.

Un buon monte chilometri per la McLaren e per il costruttore francese, che ha percorso molti più chilometri rispetto alla passata stagione. Ogni team motorizzato Renault he percorso quasi 1.000 chilometri in più rispetto alla passata stagione, quindi Abiteboul può dormire sonni tranquilli nonostante il valore assoluto dei chilometri sia leggermente inferiore rispetto a quello del 2018.

Tantissima strada percorsa anche dalle power unit Ferrari, che hanno superati i 13.000 chilometri.
2789 giri percorsi che ci hanno dato importanti informazioni, ma hanno mandato un chiaro segnale: la power unit Ferrari è affidabile. 996 tornate percorse da una sola power unit sono un segnale incoraggiante in vista dei sette GP di durata che ogni elemento dovrà avere.

Dati incoraggianti anche per Mercedes: la W10 è stata la più attiva in pista con oltre 1100 giri percorsi, ma con due power unit.
Inoltre sul monte chilometri (e sui dati a disposizione) della Mercedes ha certamente pesato l’assenza di Williams durante i primi test. Anche la Force India è stata poco attiva, con solo il team principale a ‘tirare la carretta’. Degli 11.112 chilometri percorsi dalle power unit Mercedes, oltre 5500 sono stati percorsi dalla W10.
Rimane da capire se Force India (unico team cliente Mercedes ad aver sfruttato entrambe le sessioni di test) abbia avuto problemi di affidabilità o meno.

Se c’è qualcuno che va via da Barcellona davvero felice, quello è Masashi Yamamoto. L’ex responsabile motorsport della Honda (da quest’anno si occuperà solo di Formula 1), ha potuto vedere la power unit sviluppata a Tokyo fare passi da gigante sia dal punto di vista delle performance che dal punto di vista dell’affidabilità.
I piloti di Toro Rosso e Red Bull hanno percorso oltre il doppio dei chilometri percorsi durante i test della passata stagione dalla Toro Rosso.
Con la differenza che quest’anno le power unit hanno retto senza alcun problema, a differenza della passata stagione.

Giri Team Formula 1

I giri percorsi dai team durante gli ultimi tre anni di test

Ormai, con meno di una settimana all’inizio del mondiale, non resta che aspettare il verdetto della pista.

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