Bisogna essere sinceri. Chi se lo aspettava, di vedere Max Verstappen a quaranta punti dalla vetta della classifica piloti dopo il Gran Premio degli Stati Uniti, quando quattro gare prima, a Zandvoort, lasciava l’Olanda con 104 punti sul groppone e la consapevolezza di non avere più voce in capitolo, nella contesa per l’iride? Risposta semplice: nessuno. O forse, solo quei sognatori più incalliti. Di gare ne mancano cinque, di sprint due. Di punti, 141. Oscar Piastri, ad Austin, pareva essere tornato indietro di dodici mesi per le difficoltà che ha incontrato. Ma il primo della classe, classifica alla mano, è sempre lui. Con 346 punti. Mica bruscolini. A inseguire il compagno Lando Norris (332), che nelle ultime apparizioni è stato l’uomo di punta. E poi arriva Verstappen. Se il suo distacco dalla vetta è di quaranta lunghezze, vuol dire che di punti ne conta 306. Personalmente, credo che sia ancora molto difficile per Verstappen confezionare quella che sarebbe una rimonta che entrerebbe a pieno titolo nei capitoli più gloriosi della storia della Formula 1. E per un ragionamento molto semplice: eccezion fatta per la gara di Marina Bay, nella quale si dovette accontentare della piazza d’onore, Verstappen da Monza in poi ha raccolto tutti i punti disponibili, mentre le due McLaren a Baku non sono pervenute, e ad Austin, nella Sprint, si sono autoeliminate. Eppure, il distacco resta ancora di quaranta punti. Ancora tanti. Forse non per Verstappen e per questa Red Bull, però non è che la McLaren sia tutta a un tratto diventata ferma. Più che altro, e in questo verte il succo del discorso, la McLaren si sta contorcendo su se stessa. Qualche tempo fa, parlando delle ormai vecchie come il cucco “regole papaia”, si era elogiata la capacità di Andrea Stella di tenere le redini di una squadra attraverso l’etica, la correttezza sportiva e il savoir faire più alto. Ultimamente, però, e la motivazione dietro ciò è facile spiegarla (Max Verstappen), anche il sobrio ingegnere italiano ha fatto fatica a mantenersi composto, soprattutto nelle dichiarazioni. Ultima quella che, nel goffo tentativo di difendere Piastri circa la situazione di curva 1 nella gara Sprint (tra parentesi, letteralmente: trattasi di un incidente di gara normalissimo, ma siccome c’erano di mezzo i nomi caldi è parso chissà cosa), Stella (e poi Zak Brown, che in seguito ha però ritrattato) è andato ad accusare il povero Hülkenberg (letteralmente ha parlato di “piloti così esperti”, ma appare chiaro a chi fosse rivolto il messaggio) di poca prudenza, quando l’unica colpa che può aver avuto il teutonico è stato l’essersi trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato. Ergo, di colpe non ne aveva. Pare quindi che Stella abbia perso la bussola, scoprendosi tutto a un tratto vittima del tritacarne della competizione. Ma neppure Piastri è in vena di scherzi. Ciò lo si evince anche dalle assurde, grottesche frasi alla vigilia del fine settimana americano, con riferimento a quel che successe nel primo giro di Singapore. Si è parlato di “ripercussioni”, per il criminale Norris. Evidentemente un’onta, una disgrazia, essere aggressivi nei confronti di chi si sta rivaleggiando per il titolo più ambito. Che poi, Norris colpì Piastri per evitare di colpire Verstappen… I lord della situazione, Stella e Piastri, devono fare attenzione a non fare indigestione. Le buone maniere, il galateo, la cultura del saper vivere, anche nella vita di tutti i giorni, non impone tutta la rigidezza che si sta vedendo. Come si dice, a proposito di “galateo alla rovescia”, la stanno facendo fuori dal vaso. Perché si fa presto a passare dalla parte del torto, e a rendere un modus operandi lodevole, da encomio, uno sgorbio di primo livello, talmente brutto, sfigurato e rivoltante da non volerlo nemmeno vedere. E quindi, non è tanto nei punti che deve guadagnare, la speranza di Verstappen, quanto invece che le “ripercussioni”, intimate a mo’ di minaccia, non compiano un giro strano ripercuotendosi a loro volta su se stesse come un bravo, educato figlio fa quando, a furia di troppe regole, perde il filo e non sa più che pesci pigliare. Rossi? Forse papaia…
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