Safety Car in Bahrain: niente favori, allarme sicurezza!

Si è molto discusso della Safety Car scesa in pista in Bahrain e, se qualcuno ha parlato di regalo a Leclerc, in molti (soprattutto chi conosce il regolamento) hanno ritenuto questa scelta giusta

Iniziamo con la ‘disgrazia’ Renault. Era il giro 53 su 57 previsti del Gran Premio del Bahrain e Daniel Ricciardo si è fermato subito dopo curva due per problemi tecnici. La beffa (oltre il danno) sta nel fatto che la Renault di Ricciardo ha smesso di funzionare esattamente nello stesso momento in cui anche quella di Nico Hulkenberg si è fermata. La differenza sostanziale sta nel fatto che mentre Hulkenberg è rimasto fermo per motivi meccanici, Ricciardo è rimasto fermo per problemi elettrici di grave entità. 

Allora Michael Masi, nuovo Direttore di Gara della Formula 1, ha ritenuto opportuno mandare il pista la Safety Car nonostante la situazione sembrasse abbastanza tranquilla e gestibile. Tuttavia, in pochi avranno notato un dettaglio di non poco conto, dettaglio attorno cui ruota tutta la vicenda. La spia di controllo della monoposto di Ricciardo era rossa. 

Ricciardo fermo sull’erba con la sua Renault. Si nota chiaramente come la spia di controllo sia di colore rosso

Cosa dice il regolamento

Il regolamento tecnico è molto dettagliato sull’ERS, ma gli articoli che ci interessano sono molto brevi e sono il 5.12.3 ed il 5.12.4.
Il primo recita: “Tutte le auto devono essere dotate di due spie di stato dell’ERS che:
-Siano fornite da un produttore designato dalla FIA e siano installate sull’auto secondo quanto previsto dall’appendice del regolamento tecnico;
-Siano funzionanti per tutto l’evento anche se i principali sistemi idraulici, pneumatici o elettrici dell’auto siano guasti;
-Rimangano alimentate per almeno 15 minuti anche se l’auto si ferma a motore spento;
-Siano marcate con il simbolo ‘Alta Tensione’ […].

L’articolo 5.12.4 recita invece: “Tutte le vetture devono fornire segnali relativi agli stati di funzionamento e isolamento della cabina all’ADR per facilitare il controllo delle spie di stato ERS.”

Quindi la spia rossa indicava chiaramente che la monoposto di Ricciardo non era sicura e non poteva essere spostata dai commissari. Questo perchè potevano esserci problemi di isolamento o un altro qualsiasi guasto grave che avrebbe potuto folgorare Ricciardo o qualcuno dei commissari.

Ricciardo è stato infatti istruito via radio sul da farsi. Gli è stato chiesto di spegnere manualmente il motore termico ed il motore elettrico. Di staccare lo sterzo e di saltare via per evitare una folgorazione. Gli è stato spiegato, quindi, che lo sterzo poteva non essere messo a posto, in quanto le condizioni di sicurezza non lo permettevano.

Ricciardo è stato quindi convocato dai commissari per aver violato l’articolo 22.5 del regolamento sportivo, che recita: “Un pilota che abbandona la macchina deve lasciarla a folle o con la frizione disinnestata, con l’ERS spento e con lo sterzo a posto”. Gran parte degli ‘esperti’ hanno ipotizzato che la Safety Car sia entrata in pista a causa dello sterzo non a posto. Tuttavia, anche senza lo sterzo la macchina sarebbe stata sollevata senza problemi dalle gru se i commissari avessero potuto toccarla. 

A conferma della mancanza delle condizioni di sicurezza, Ricciardo non è stato sanzionato per non aver messo lo sterzo a posto, e la Safety Car è entrata in pista per evitare qualche tragedia.
In condizioni normali, un giro con la Virtual Safety Car sarebbe stato più che sufficiente, ma il rischio era troppo alto. 

La decisione dei commissari di non sanzionare Ricciardo
Il documento numero 40 del Gran Premio del Bahrain con cui il consiglio degli stewards ha deciso di non sanzionare Ricciardo

Precedenti

A complicare il lavoro del neodirettore di gara (suo malgrado) Michael Masi, ci ha pensato la totale assenza di precedenti. Dal 2014 (anno di introduzione delle power unit ibride) non era mai successa una cosa del genere.
Era successo che qualche pilota abbandonasse la monoposto senza aver sistemato lo sterzo, ma non era mai accaduto che una vettura risultasse ‘unsafe’ dopo uno stop. 

Questo ha fatto sì che, per evitare situazioni molto pericolose, Michael Masi optasse per mandare in pista la Safety Car. 

La fortuna di Leclerc

Dopo questa analisi, appare chiaro come nessuno abbia voluto aiutare lo sfortunato Leclerc. L’obiettivo è stato infatti quello di mantenere un alto livello di sicurezza evitando situazioni pericolose per i marhsall e per i piloti. Facendo entrare la Safety Car e delegando alla rimozione della Renault numero 3 solo il personale specializzato, si è puntato ad avere un altissimo livello di sicurezza soprattutto per il personale di supporto.

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