Quale messaggio ci hanno lasciato i primi test?

I primi test di Barcellona sono andati in archivio, ed i segnali sono stati certamente incoraggianti da ogni punto di vista nonostante le condizioni meteo davvero negative.

Per fare queste affermazioni non siamo dei pazzi, semplicemente abbiamo cercato di fare un confronto con i primi test della passata stagione tenendo conto, per quanto possibile, di ogni cambiamento visto nei test rispetto alla passata stagione.

Il primo consistente e sostanziale cambiamento è l’halo: 15 chili di peso su una monoposto ha un peso minimo di 734 chili, fanno una bella differenza, soprattutto se si considera che i millesimi fanno la differenza in uno sport come la Formula 1.

Il secondo cambiamento è l’asfalto: il tracciato del Montmelo è stato totalmente riasfaltato con un tappetino d’asfalto meno abrasivo di quello vecchio, quindi le mescole più morbide dovrebbero rendere meglio a fronte di una durata leggermente maggiore.

Il terzo cambiamento è la nuova gamma di pneumatici: Pirelli ha sviluppato una gamma di mescole tutta nuova e, stando a quanto affermato da Mario Isola, dovrebbero essere di uno step più morbide di quelle della passata stagione.

Il quarto incomodo è stato il meteo: le temperature sono state molto più rigide di quelle viste lo scorso anno e questo ha portato team e piloti a non forzare più del dovuto in modo tale da evitare rischi inutili.

Tuttavia, il miglioramento delle prestazioni delle monoposto è innegabile tanto che, nella quarta giornata, il miglior tempo è stato molto migliore del best lap fatto segnare nei primi test della passata stagione: nella prima sessione di test del 2017 era stato Valtteri Bottas a siglare il miglior giro con il tempo di 1’19”705. Quest’anno, invece, il miglior tempo è stato siglato da Hamilton, che ha fermato il cronometro sul tempo di 1’19”333. Più di tre decimi e mezzo in un singolo giro, ma c’è di più: Hamilton ha fatto segnare il suo giro migliore su pneumatici Medium (molto simili come mescola alle Soft della passata stagione), mentre Bottas lo aveva fatto su pneumatici SuperSoft, quelli identificabili dalla banda rossa. Inoltre, il tracciato aveva perso tutta la gommatura a causa della neve e della pioggia del giorno prima, quindi Hamilton ha girato su una pista che non offriva il massimo del grip. Certo, Hamilton ha utilizzato gli pneumatici che meglio di adattavano all’asfalto freddo, sfruttando al meglio la finestra di funzionamento della mescola media che, per quanto abbia reso bene, è sicuramente meno performante delle mescole più morbide.

A confermare questa tesi ci sono anche le parole di Mario Isola, Motorsport Racing Manager di Pirelli: “Le condizioni meteo non sono state rappresentative per tutta la sessione, specialmente mercoledì quando la neve ha fortemente limitato le attività in pista. Tuttavia nella prima giornata di test i migliori tempi sono stati inferiori degli stessi registrati nel 2017 a parità di mescola, mentre martedì è stato battuto il migliore tempo assoluto della prima sessione dello scorso anno. Ciò è stato reso possibile da una serie di fattori, come il nuovo asfalto più liscio rispetto al passato e l’evoluzione delle prestazioni delle monoposto 2018”

Isola ha poi proseguito: “I team hanno provato molti pneumatici della gamma 2018, compresi i Pink hypersoft, quelli intermedi e da bagnato estremo nelle due versioni base e soft. Giovedì le condizioni hanno permesso la valutazione dei punti di crossover tra i pneumatici da bagnato estremo, quelli intermedi e gli slick, quindi abbiamo anche dati utili che potrebbero rendere più facile il calcolo sugli altri circuiti e potrebbero facilitare lo sviluppo degli pneumatici per il 2019”

Detto del miglioramento delle prestazioni, passiamo all’affidabilità: l’unico motorista che può davvero ritenersi soddisfatto di questi giorni di test è la Honda, anche se pure la Renault sembra aver fatto un ottimo lavoro. Mentre Mercedes e Ferrari hanno addirittura ridotto il lavoro rispetto ai primi test del 2017 (ma chiaramente non per scelta loro), la Honda e la Renault hanno cercato di forzare il più possibile i ritmi per accumulare chilometri. Per entrambe le scuderie è la ‘prima volta’ con le nuove power unit, quindi entrambe hanno bisogno di accumulare una quantità di dati. Renault e Honda hanno percorso rispettivamente 51 e 116 giri in più rispetto ai primi test della passata stagione, mentre Mercedes e Ferrari hanno accumulato rispettivamente 301 e 394 giri in meno rispetto ai primi test del 2017.

Nonostante la riduzione di tornate percorse, il monte chilometri rimane comunque notevole, con la Ferrari che ha superato quota 3500 chilometri, seguita da Mercedes, Renault e Honda.

In conclusione, i primi test ci hanno consegnato una medaglia che ovviamente ha due facce: la faccia composta da Mercedes e Ferrari, che dovranno recuperare il lavoro perso, e la faccia composta da Renault e Honda, che possono ritenersi soddisfatti e continuare su questa linea anche per la seconda sessione di test.
Tuttavia, sembra che pneumatici e monoposto 2018 possano dare qualcosa in più rispetto alla passata stagione, e la maggiore competitività associata a maggiori performance, si tradurrà automaticamente in maggior spettacolo in pista.

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