Controsterzo: Nella buona e nella cattiva sorte.

É molto facile prendersela con Vettel oggi.
Io stesso, dopo averlo visto a muro, ho provato una rabbia indescrivibile nei suoi confronti.
“Ma cosa fai Seb? come hai fatto a fare un errore del genere? Con 10 secondi di vantaggio su Bottas, con 8 punti di vantaggio su Hamilton nel mondiale ed altri 10 in arrivo, come hai fatto?”
È molto facile.
È molto facile pensare ad Hamilton, che questi errori non li fa mai (ma ci siamo già dimenticati di sabato? E non ditemi che é stato un problema all’idroguida perché c’è Toto Wolff che non passa riesce neanche a stare passare dalla porta di casa sua per quanto gli si é allungato il naso) e che pagherebbe per venire in Ferrari.
É molto facile.
Anzi, é troppo facile.
Ed é questo un atteggiamento troppo diffuso nel mondo della stampa motoristica italiana.
Quando vinci ti elogio e si, si che ci salgo sul tuo carro.
Quando perdi fai schifo, e non dovresti stare dove stai.
E poco importa se fin qui hai fatto una stagione da numero 1, poco importa se non c’è stato un solo giro in cui tu non sia stato competitivo, poco importa se il tuo rivale abbia spesso fornito gare più che anonime ed ha vinto, tranne in Spagna, solo grazie alle sfortune altrui, a mo’ di Steven Bradbury.

No, ci vuole coerenza.
Abbiamo eleogiato Vettel in ogni appuntamento, siamo saliti sul carro quando era tutto così tanto facile.
Non si scende adesso.
É vero, Seb ha commesso quello che é probabilmente il più grande errore della sua carriera in Formula 1.
Ma sbagliamo tutti, anche quelli che tra di noi sembrano alieni.
Ha sbagliato Messi un rigore fondamentale proprio in questo mondiale in Russia, sbagliò Schumacher nel ’96 a Monaco, in condizioni molto simili a quelle di ieri.
“Non é da Ferrari”
“Non sa gestire la pressione”
“Gli altri non fanno questi errori”
Vi ricorda qualcosa per caso?
E poi, soprattutto, com’é finita?

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