Controsterzo: La Ferrari, Schumi e 3 motivi per cui può arrivare il mondiale.

“Ho sempre creduto che non ci si debba mai, mai arrendere e che bisogna sempre lottare anche se c’é una piccola, piccolissima chance”.

Sapete chi lo ha detto?

Colui che fu il tedesco sulla rossa numero 5 capace di portare ben 5 titoli iridati.

Piccola curiosità: proprio da questo aforisma “Schumacheriano” deriva il famoso hashtag #KeepFightingMichael.

Lanciato da Mercedes (e poi ripreso da quasi tutto il mondo dei motori) nei terribili giorni che hanno seguito l’ incidente sugli sci di Michael.

La Ferrari non deve mollare.

La Ferrari non deve mollare per tre motivi:

1. È nel suo DNA, è parte della sua storia, lo vedi proiettato tra i connotati facciali del suo fondatore, negli sguardi speranzosi dei meccanici che ne hanno viste sempre più di te, nella fame di una generazione intera che non l’ha ancora vista vincente.

2. La macchina c’è, eccome se c’è. I piloti, isterie varie e prosciutti negli occhi a parte, idem. E la lezione l’hanno più che appresa.

Statene certi.

3. In molti hanno esclamato tra le affollatissime dune del web :

“Il mondiale è finito”

“Anche quest’anno si vince l’anno prossimo”

“Vince Hamilton a 3 gare dalla fine”.

Ok, sará difficile, “we all know”.

Hamilton calcolerà a mo’ di ragioniere (non Fantozzi, ahimè), la Mercedes continuerá ad usare sua paracarragine Valerio Bottas come un bodyguard presidenziale, la pressione salirà ancor di più.

Ma c’è un piccolo particolare che davvero in pochi hanno notato.

Se il mondiale piloti necessita di un mezzo miracolo, quello costruttori è più che aperto.

È vero, in pochi lo considerano tanto prestigioso quanto quello piloti (in un nostro sondaggio lanciato ieri solo il 38%)

Il motivo per cui ciò accada mi é estraneo e oscuro, una di quelle cose difficili da spiegare.

Piccolo spin off: ma se Mercedes vince il piloti con Hamilton e la Ferrari il costruttori, chi esulta di più a fine gara? Cioè, non é tipo una situazione strana in cui entrambe le squadre hanno sia vinto che perso? Bwoah, direbbe Kimi.

Riprendendo il discorso precedente, 25 punti sono davvero pochi se si considera che una doppietta (e la Rossa a Singapore non scherza) porta in cassa la bellezza di 43 punti.

E lo zio Valerio Bottas a Monza quando ha tenuto dietro Raikkonen, il motore lo ha tenuto al 100% per più di 10 giri, per cui (Mazzoni mode: on) occhio all’affidabilità.

Io mi schiero: a me il costruttori andrebbe più che bene.

Si é vero, meglio vincere entrambi i campionati, ma sappiamo tutti, la bacheca trofei non viene spolverata da quel brutto 2008.

Lì, non appena scoperto che il mondiale piloti era di Lewis si trattò di ferita al cuore.

Ma erano anni diversi, si veniva dall’era Schumi, in molti erano, giustamente, molto pretenziosi.

Ad oggi la situazione è opposta, è passato troppo tempo, la fame cresce, secondo dopo secondo, secondo posto dopo secondo posto.

È l’ora di lottare, come faceva Enzo, come faceva Michael, come facciamo noi da sempre.

#KeepFighting

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