Sguardo al Passato | Melbourne 2009: la bugia di Hamilton

Il pilota inglese venne escluso dalla classifica del GP d'Australia per aver mentito ai commissari per provocare una penalità nei confronti di Trulli

La McLaren arriva ai nastri di partenza del campionato 2009 con una vettura poco performante: mancanza di carico aerodinamico all’avantreno e distribuzione dei pesi non perfetta a causa del KERS sono i principali motivi della crisi prestazionale del team di Woking. Il giorno prima delle prove libere, Lewis Hamilton dichiara apertamente che l’obiettivo massimo è portare a casa un punto.
Le qualifiche vanno malissimo: Hamilton è fuori nel Q2 e deve pure sostituire il cambio. In gara, invece, le cose migliorano. Il passo della McLaren è discreto, e la decisione di usare nello stint iniziale le super soft si rivela azzeccata: Hamilton rimonta fino alla quarta posizione, complice anche l’incidente tra Vettel e Kubica. I detriti lasciati dal contatto tra i due costringono la direzione corsa a mandare in pista la safety car, e qui avviene il fattaccio. Trulli finisce fuori pista all’ultima curva, e Hamilton lo supera. Il sorpasso, avvenuto in regime di safety car e non per volontà di Hamilton, è regolare, ma alla McLaren non ne sono sicuri, e chiedono al campione del mondo 2008 di lasciarsi sfilare da Trulli. Hamilton rallenta vistosamente e fa passare Trulli in un punto in cui ci sono le bandiere gialle, e chiude la gara in quarta posizione.
Tuttavia, dopo la conclusione del gran premio i giudici di gara puniscono Trulli con 25 secondi di penalità sul tempo complessivo per aver superato Hamilton in regime di safety car. A nulla servono le giustificazioni di Jarno, che sostiene di aver passato la McLaren dopo che Hamilton aveva quasi fermato la macchina. I commissari credono ad Hamilton, che rivendica di aver passato Trulli solo perchè era andato lungo, e che non ha ceduto volontariamente la posizione al pilota della Toyota.
Qualche giorno dopo, la FIA, riascoltando un’intervista di Hamilton e le registrazioni radio di McLaren e Toyota, scopre che la realtà è ben diversa: la McLaren ha ordinato ad Hamilton di cedere il terzo posto a Trulli, fatto tenuto nascosto dal pilota e dalla scuderia nel colloquio coi commissari.


Hamilton viene estromesso dalla classifica per aver infranto l’articolo 151c del Codice sportivo internazionale: ha nascosto deliberatamente informazioni ai giudici di gara. A Trulli viene riassegnata la terza posizione conquistata “sul campo”.
Hamilton, nella conferenza stampa del GP della Malesia, vuota il sacco, trattenendo a stento le lacrime. La fase cruciale delle sue dichiarazioni è proprio l’incipit, nel quale il pilota della McLaren afferma: Siamo stati chiamati dai commissari. Prima di parlare con loro sono stato istruito e fuorviato dal mio team manager, che mi ha chiesto di nascondere alcune informazioni, ed è esattamente ciò che ho fatto.”  Hamilton poi dirà anche: “Sono un giocatore di squadra, e tutte le volte che mi ha detto di fare qualcosa l’ho fatto, ma stavolta mi sono accorto di aver fatto un enorme sbaglio.” In particolare, è stato il direttore sportivo della McLaren Dave Ryan a spingere Hamilton a mentire davanti ai commissari. Per questa ragione, la McLaren sospende Ryan e si presenta al Consiglio Mondiale della FIA senza contestare le accuse, anzi, scusandosi ufficialmente per l’accaduto. La Federazione decide quindi di squalificare (con la condizionale) la McLaren per tre Gran Premi.

Immagine in evidenza: ©YouTube Frame

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