Sguardo al Passato | Il mito Chapman

“Se non si fa pulizia, la F1 si ingolferà in un gioco di copiature, negazioni, interpretazioni meschine di regolamenti imposti.”

Sembra quasi un gioco del destino, una previsione di un uomo che ha vissuto la F1 come la propria vita, che ha spostato tutti i propri studi sull’applicazione di nuove tecnologie nel mondo delle corse a ruote scoperte, trovando soluzioni che hanno totalmente cambiato il modo di intendere e di sviluppare una vettura di F1. In quanto a “vederci lungo” il buon Chapman rimane uno dei migliori  (se non forse il migliore) e se guardiamo le condizioni della Formula 1 moderna e quelle dichiarazioni rilasciate nel lontano 1981, possiamo ben capire come il genio aveva predetto qualcosa di giusto, un decorso scontato delle cose. Non siamo però qui a valutare come l’inventore della Lotus sapeva guardare al futuro, in questo articolo infatti descriveremo l’uomo Chapman, il suo modo di essere e il suo modo di intendere la F1. La sua carriera da pilota, gli studi, le invenzioni e le sue storiche vetture, vetture che hanno cambiato la F1 in maniera radicale.

Colin Chapman

Anthony Colin Bruce Chapman nasce il 19 maggio 1928. L’infanzia del piccolo Colin non da spunti particolari di discussione, l’infanzia classica di un bambino inglese di quel tempo (da notare come le macchinine fossero il suo passatempo preferito, che coincidenze). Chapman si laurea nel 1948 nella prestigiosa University College di Londra. Considerato da tutti piccolo grande genio, Colin non si da subito alla sua grande passione, ovvero le auto. Infatti subito dopo la laurea, servì per qualche tempo nella RAF. Dopo questa piccola parentesi, si dedica completamente alla sua più grande passione. Chapman diventò infatti pilota della Vanwall, senza però ottenere risultati. Visto le sue scarse prestazioni (quasi nulle), decide di passare alla vita da progettista e in poco tempo crea la propria casa da corsa, scuderia che prenderà il nome Lotus. Da qui inizierà il mito Chapman con vittorie, sconfitte, gioie e sofferenze.

Durante il suo periodo d’oro, Chapman introdusse nelle proprie vetture alcune concetti chiave che ancora oggi i progettisti prendono come punto di riferimento per le vetture tecnologiche e avanzate di oggi. Colin introdusse dapprima le sospensioni a quadrilatero deformabile con la particolarità su ruote indipendenti, prosegui con degli studi sulla leggerezza delle vetture (studi che portarono all’introduzione di telai autoportanti realizzati tramite pannellature in alluminio su un telaio in tubi, in gergo “telai monoscocca”). Chapman non era solo bravo a inventare, ma riusciva anche a prendere spunto e ad ispirarsi dai propri colleghi per assimilare e modellare a propria immagine concetti base di progettazione. Un esempio fu lo studio del concetto di carico aerodinamico, concetto oggi fondamentale. Chapman infatti si ispirò agli studi di Chaparral e Hall e sviluppò alettoni anteriori e posteriori in grado di garantire massimo carico aerodinamico per quel tempo. La prosecuzione di questi studi portò alla scoperta dell’effetto suolo e al sigillo dei flussi sotto una vettura da corsa tramite l’utilizzo delle minigonne. Il concetto di minigonna (bandelle che strisciando per terra garantivano depressione sotto la vettura e quindi elevati valori di deportanza) servì anche alla realizzazione delle Wing Car. Parliamo di un periodo a cavallo tra gli anni 70 e gli anni 90.

Chapman vanta anche lo sviluppo del motore posteriore in posizione centrale nella Lotus 49 e l’innovazione per quanto riguarda la parte business di una scuderia di F1. Il team Lotus infatti, con la Lotus 49, introdusse nuove sponsorizzazioni non più solo provenienti del mondo della corse. Chapman presentò la Lotus 49 con in colori della Gold Leaf della John Player. La scuderia abbandonò quindi il classico verde delle vetture inglesi. Nel periodo immediatamente prima del decesso (che ancora oggi è un grosso punto di domanda), Chapman tesse dei rapporti col governo inglese e con John De Lorean per la costruzione di una vettura sportiva completamente nuova ed estrema per quel tempo (la DeLorean DMC-12). Il punto di domanda nasce proprio sui finanziamenti che il governo da accordi doveva fornire a Chapman per lo sviluppo della vettura.

“Su un’auto il pezzo più utile è quello che si può togliere”.

Un uomo che con le sue invenzioni e i suoi studi ha fatto la storia della F1. Nelle vetture di oggi possiamo ancora trovare spunti delle sue idee e delle sue applicazioni. La storia del Circus più famoso al mondo passa anche da queste persone.

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