Sguardo al Passato | Max Biaggi: la carriera di un campione!

Max Biaggi


Max Biaggi dice a basta: a 41 anni decide di ritirarsi dalla corse motociclistiche, ponendo fine alla sua pluridecorata carriera nel mondo delle due ruote. Il “Corsaro” ha detto che è giunto il momento di occuparsi della sua famiglia: della moglie, la bellissima Eleonora Pedron, e dei suoi due figli. Non è mai facile per uno sportivo scegliere il momento giusto per dare l’addio, ma per un pilota lasciare da vincitore è il massimo possibile: Max ha scelto questa strada, congedandosi dai suoi fan da campione in carica Superbike, e lasciando a tutti gli appassionati di motociclismo il ricordo freschissimo di un pilota competitivo ai massimi livelli. Motorsport Italia ha deciso di rendere omaggio al 6 volte campione del mondo ripercorrendo in un post l’illustre carriera del centauro romano.

La sua passione per le moto nasce a 17 anni, quando riceve una minimoto come regalo di compleanno. Da lì decide di provare a competere in pista, gareggiando con le minimoto e nei campionati italiani 125 e Sport Production, e trionfa in quest’ultimo nel 1990. Nel ’91 Max approda nel Motomondiale grazie all’Aprilia, marca che segnerà in maniera indelebile la carriera del pilota romano. Disputa quattro gare del mondiale 250 e in due occasioni giunge in zona punti. Nel ’92 Biaggi corre la sua prima stagione intera nella 250, ottenendo quattro podi (il primo al GP d’Italia al Mugello) e vincendo la gara conclusiva sull’ostico tracciato di Kyalami, in Sud Africa.

Al termine del campionato decide di firmare un contratto annuale con la Honda e riesce a mettersi ancora in evidenza nella categoria di mezzo del Motomondiale, vincendo a Barcellona e piazzandosi sul podio in altre quattro occasioni. Nel ’94 decide di tornare in Aprilia. Il feeling con la moto della casa di Noale è ottimo fin da subito, infatti i primi due gran premi lo vedono vincitore. Nel corso della stagione lotta per il titolo con Loris Capirossi e riesce ad avere la meglio sull’ex campione 125. Max si laurea campione con una gara d’anticipo e permette all’Aprilia di centrare il primo alloro 250 della sua gloriosa storia.

Biaggi sull’Aprilia in 250

Nei tre anni successivi in 250 per “Il Corsaro” ci sono solo gioie: Max, infatti, vince sempre il titolo (l’ultimo con la Honda) ed è decisamente il pilota più competitivo. Vedendo ciò che è oggi la Moto 2, un appassionato potrebbe dire che è facile vincere tutti quei campionati contro avversari più giovani e inesperti. Allora, però, il salto di categoria non era la regola: molti piloti della 125 e della 250 decidevano di restare per molti anni o per tutta la carriera nella serie di appartenenza, e quindi anche nelle categorie inferiori del Motomondiale il livello di competitività era più stabile. Biaggi, dal ’94 a ’97, ha vinto quattro titoli facendo a ruotate con piloti fortissimi come il già citato Capirossi, Olivier Jacque, Tetsuya Harada, Tadayuki Okada, Ralf Waldmann, Daijiro Kato.

A fine ’97 Max Biaggi decide di lasciare la 250. Nessuno in seguito riuscirà a ottenere più pole position e podi di lui nella categoria. Il romano passa in 500 con la Honda satellite del team Kanemoto e già al primo appuntamento a Suzuka si mette in luce, facendo la pole, il giro veloce e terminando la gara in prima posizione, eguagliando il primato stabilito da Jarno Saarinen.

Max Biaggi

Nel corso della stagione fa suo anche il Gran Premio della Repubblica Ceca, facendo venire un coccolone a tutti i suoi fan per un’impennata pazzesca. Biaggi termina il campionato in seconda posizione, ottimo risultato per essere la sua prima esperienza nella classe regina. Max, però non è pienamente soddisfatto e sentendosi poco seguito dalla Honda decide di accettare l’offerta della rivale Yamaha. Biaggi corre con la casa del Diapason dal 1999 al 2002, ma non riesce mai a fare suo il titolo, giungendo quarto nel 1999, terzo nel 2000 e secondo nei due anni successivi. Il 2001 è anche l’anno dell’esplosione della rivalità tra il “Corsaro” e Valentino Rossi. Complice anche una spallata rifilata al “Dottore” nella gara inaugurale a Suzuka, i rapporti tra i due, dentro e fuori dalla pista, diventano tesissimi, ma nel confronto Biaggi esce quasi sempre sconfitto, anche a causa di una moto inferiore alla Honda di Valentino.

Nel 2003 Max passa alla Honda clienti del team di Sito Pons. Biaggi riesce a salire sul gradino più alto del podio in due occasioni, ma non è mai veramente in lotta per il titolo. Nel 2004, invece, per più di metà stagione se la gioca alla pari col rivale Rossi, passato a fine 2003 dalla Honda alla Yamaha. Da Donington in poi Max coglie risultati non sempre positivi a causa di problemi tecnici o incidenti nelle prime fasi di gara e vede così svanire nuovamente la possibilità di diventare campione.

Max Biaggi sulla HRC

Il 2005 sembra essere l’anno cruciale per Biaggi. Al “Corsaro” viene affidata una moto del team ufficiale Honda HRC, teoricamente la migliore del lotto, ma purtroppo la stagione prende una piega negativa fin dalla prima gara a Jerez de La Frontera: Max non vince nemmeno una corsa (non era mai capitato nella sua esperienza in 500 e in Moto Gp) e riesce a salire sul podio solo quattro volte. Biaggi critica apertamente il suo mezzo tecnico e anche il suo team; per questo motivo la Honda lo mette alla porta e intima a Sito Pons di stracciare il pre-contratto per il 2006 siglato con il campione romano. Questa decisione manda su tutte le furie la Camel, sponsor ufficiale del team Pons: la marca del tabacco fa causa alla Honda e toglie l’appoggio economico a Pons, che non riuscirà a trovare i finanziamenti necessari per correre la stagione 2006.

Biaggi, nel 2006, è costretto ad assistere alle gare alla TV. La pausa forzata termina a febbraio 2007, quando il “Corsaro” torna a correre, ma non in MotoGP, bensì in Superbike con il prestigioso team Suzuki Alstare. Il debutto del romano nella categoria è da urlo, dato che sul circuito di Losail, in Qatar, conquista subito la vittoria in gara 1. Con questo successo Biaggi fissa un record storico: è l’unico pilota ad aver vinto nella sua gara di esordio sia in MotoGP che in Superbike.

L’annata del romano è ottima: ottiene svariati podi e altre due vittorie, nella “sua” Brno e a Vallelunga. Purtroppo il titolo lo vince James Toseland: Biaggi finisce terzo ed è costretto ad andarsene dalla Suzuki perchè la casa giapponese, dopo la perdita dello sponsor principale (la birra Corona), non può più permettersi il suo ingaggio. Max nel 2008 corre con la Ducati clienti del team Borciani, ma a causa di un infortunio patito nel gp d’Australia e della scarsa competitività della moto non si impone in nessuna gara.

Max Biaggi a Monza 2010

L’Aprilia nel 2009 ritorna in pompa magna in SBK: l’obiettivo è vincere una gara già il primo anno e il titolo nel 2010. Come pilota di punta, la casa di Noale pensa al suo vecchio pupillo Max. La coppia dei tre titoli 250 si ritrova e già al secondo round del mondiale, in Qatar, arrivano due podi. A Donington Max non riesce a vincere a causa di un problema al pescaggio della benzina, che lo rallenta proprio mentre all’ultimo giro è in testa davanti a Ben Spies. Il primo hurrà per Biaggi e l’Aprilia arriva a Brno, il tracciato preferito del pilota romano (11 vittorie tra 250, 500, MotoGP e SBK). Il 2010, invece, è l’anno del trionfo: Biaggi conquista il mondiale delle derivate di serie, primo italiano della storia. Max fa sue 10 manche, mettendo a segno 4 doppiette, due delle quali in terra italiana (Monza e Misano). Il 2011 lo vede soffrire la grande competitività della Ducati del suo amico ed ex compagno di squadra Carlos Checa. Biaggi sbaglia troppe volte e vince solo ad Aragon e a Brno prima di infortunarsi al Nurburgring. Nel 2012 è di nuovo il grande protagonista del campionato. Inizia con una vittoria in gara 1 a Phillip Island, mentre in gara 2 compie una spettacolare rimonta: scivolato all’ultimo posto a causa di un errore in partenza, recupera fino alla seconda posizione. L’annata prosegue con alti e bassi, ma grazie alla sua costanza riesce ad avere la meglio sui suoi avversari e diventa campione per la seconda volta. Max stabilisce due record: è il pilota più “vecchio” (41 anni) ad aver conquistato il titolo della SBK e quello ad aver vinto col minor vantaggio sul secondo (0,5 punti su Tom Sykes).

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