Inizio febbraio ricco di novità in IndyCar

© Arrow McLaren SP / Official Twitter Page

Ultima stagione part - time per Tony Kanaan, A. J. Foyt Racing firma con Bourdais e Kellet, Carlin prosegue con Chilton ed Arrow McLaren SP presenta la squadra 2020.

In attesa dei test di Austin, in programma l’11 ed il 12 febbraio, l’universo IndyCar è in costante cambiamento grazie ad un mercato piloti imprevedibile ed alle presentazioni delle vetture che solcheranno le piste nella stagione 2020.

Il primo colpo di scena, a tutti gli effetti negativo per i più grandi appassionati della serie a ruote scoperte americana, arriva direttamente da Tony Kanaan ed A. J. Foyt: le due parti hanno trovato un accordo che permetta al celebre brasiliano di scendere in pista per un altro anno. Stavolta, tuttavia, si tratta di un “Last Lap“, un’ultima stagione part – time incentrata esclusivamente sulle gare ovali, per poi probabilmente spingersi verso altre serie. “T.K.” , nonostante tutto, ha specificato che negli anni a venire le possibilità di correre la 500 Miglia di Indianapolis sono alte. Nel 2020, dunque, il campione IndyCar Series 2004 ed il vincitore della Indy500 del 2013 parteciperà a cinque gare: Indy500, Texas, Richmond, Iowa e Gateway.

Rimasto un sedile libero per le gare nei circuiti permanenti e cittadini, A. J. Foyt ha optato per una line – up del tutto particolare. Sarà Sebastian Bourdais a pilotare la DW12 Chevrolet #14 a St. Petersburg, Barber, Long Beach e Portland, mentre in quel di Austin, Indianapolis (Road Course), Detroit, Toronto, Lexington, Mid – Ohio e Laguna Seca il sedile sarà affidato al rookie Dalton Kellet, pilota 27enne originario dell’Ontario. Se Bourdais si può definire una certezza, Kellet si presenta sul palco dell’IndyCar tra dubbi ed incertezze. Dal 2013 al 2019 il canadese ha corso in Indy Lights senza ottenere alcuna vittoria ed il miglior risultato in classifica piloti si ritrova nel 7° posto raggiunto nelle due stagioni passate. Oltre all’Indy Light Kellet si è cimentato nella U. S. F2000 National Championship e nel Pro Mazda Championship, conquistando in entrambe le categorie sporadici podi.

Altro tassello che si aggiunge nello scenario riguardante il mercato piloti si ritrova nella conferma di Max Chilton da parte di Carlin, anche nel 2020 impegnata part – time in IndyCar con il pilota britannico. Chilton correrà dodici gare in totale inclusa la Indy500 mentre, così come accaduto nel 2019, i successivi appuntamenti sugli ovali verranno disputati da un altro pilota non ancora annunciato.

E’ febbraio, dunque le prime monoposto iniziano ad esser svelate. E’ questo il caso della DW12 #10 di Felix Rosenqvist e del team Arrow McLaren SP, all’esordio in IndyCar. Rosenqvist, al secondo anno con Chip Ganassi Racing, utilizzerà una livrea basata sull’aggressivo schema di colori nero, griglio ed azzurro, per una resa estetica davvero notevole.

© Felix Rosenqvist / Official Twitter Page

Arrow McLaren SP ha presentato il proprio team venerdì 7 febbraio, giorno nel quale sono state svelate le livree delle vetture pilotate dalle probabili future stelle dell’IndyCar Series: Patricio O’Ward (DW12 Chevrolet #5) ed Oliver Askew (DW12 Chevrolet #7). La #7 di Askew presenta una componente maggiore di blu, colore piazzato ai lati di entrambi gli alettoni e nella parte superiore dell’aeroscreen, mentre la #5 è prevalentemente nera. In entrambe le auto il punto in comune si ritrova nel classico arancio – papaya McLaren.

Un mercato piloti ancora da definire nei particolari e livree sempre più accattivanti inducono appassionati ed addetti ai lavori a contare con crescente impazienza il tempo che ci separa dalla green flag di St. Petersburg, la prima di una stagione che sembra avere tutte le carte in regola per elevare ancor di più il livello della serie americana.

Immagine in evidenza: © Arrow McLaren SP / Official Twitter Page

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