Green Flag – Non potete guardare tutto e non spendere un euro!

Perché è meglio pagare per seguire il motorsport, piuttosto che affidarsi al servizio delle tv in chiaro?

Che palle! Possibile che non si riesca mai a essere felici e la soluzione più semplice per la maggior parte delle persone sia quella di lamentarsi in continuazione? Premetto che conosco le dinamiche economiche del nostro paese, che ovviamente è meglio riuscire a risparmiare il più possibile, che non tutti possono permettersi di spendere e spandere per seguire le proprie passioni. Esiste anche il sacrificio. Tenderei a sottolinearlo.

Sono anni che ormai tocca leggere commenti da mani nei capelli, rivolti in particolar modo a Sky, affermanti: “Siete dei ladri, dovete ridare la Formula 1 alla Rai” oppure “Spero possiate fallire, non è possibile che debba spendere 200€ al mese per guardare la Formula 1”, ma anche tutti i grandi leoni da tastiera che minacciano disdette in massa, poi se vai a casa loro trovi il pacchetto completo del bouquet satellitare. Ora, non so se questa gente ha presente come funziona il mondo moderno, oppure è rimasto con la mentalità al periodo di passaggio delle coltivazioni dalla rotazione biennale a quella triennale.

Se un’azienda acquista i diritti di un determinato evento sportivo, vuol dire che ha vinto un’asta, nella quale ha offerto più del competitor, portandosi a casa il prodotto. E’ come se voi andaste a comprare una casa all’asta, arriva uno con più soldi di voi che riesce ad aggiudicarsela, ma solo perché voi avete partecipato e non avete vinto, allora l’uomo ricco ve la deve regalare. Ma da quando?

Tutta sta pappardella di lamentele inutili è partita nel 2013 con la Formula 1, continuando nel 2014 con la MotoGP e inasprendosi nelle ultime due stagioni quando il numero di dirette in chiaro su TV8 è stato striminzito a tal punto da riuscire a contare sulle dita di una mano. Il bello che nemmeno fosse colpa di Sky se i diritti televisivi sportivi costano uno sproposito. Come se in Spagna non ci fosse l’esclusiva su Movistar, in Francia su Canal+, in Inghilterra su Sky , negli Stati Uniti, in Canada, in Sud America e potrei anche continuare. Tutto a pagamento. Se in mezzo mondo la F1 è in esclusiva su canali pay, sarà forse perché i diritti hanno un costo talmente elevato da non permettere alle tv in chiaro di acquistarli senza perderci? Pare che questo sia un ragionamento troppo complicato da poter comprendere.

Le colpe a Sky non potevano poi non incrementare con l’assegnazione dei diritti 2018-2021 della Serie A, che per imposizione della Lega Calcio, vede obbligatoriamente almeno due emittenti televisive spartirsi le dieci partite. E invece no! E’ tutto un “gombloddo dei poteri alti” per farci pagare di più e incassare più soldi. Ma dite seriamente? Ah, ovviamente è colpa di Sky. Certo.

Siccome questi discorsi non si erano protratti abbastanza con il calcio, ci ha pensato anche DAZN a rincarare la dose con la IndyCar, la quale verrà trasmessa in esclusiva sulla propria piattaforma streaming per le prossime due stagioni. E via che partono anche qui le solite lamentele frantuma-maroni con discorsi da Q.I. (quoziente intellettivo, ndr) pari a quello di una nocciolina. Tutti a lamentarsi perché bisogna pagare 10 euro in più al mese per guardare la IndyCar. E’ colpa di Sky se non ha rinnovato il campionato a stelle strisce, se non ha più il WRC e bla bla bla. Se la tv di Murdoch ha deciso di non rinnovare è perché ha capito che gli ascolti non erano tali da giustificare le spese per acquistare i diritti di questi due campionati, che possono essere visti nelle stesse modalità, ma su una piattaforma diversa. Anzi! Con DAZN si potranno guardare anche su altri dispositivi, quando si vuole e dove si vuole, senza avere il vincolo di doverlo guardare in diretta sulla TV o SkyGo, oppure di registrarlo e guardarlo per forza sulla tv di casa. No, non va bene. 10 euro sono troppi. Avere vizi tipo il caffé al bar, oppure fumare, invece quello non è troppo? “Eh, ma tu non devi guardare cosa faccio con i miei soldi!”. Io rispondo che “Allora tu non devi lamentarti per 10€ per seguire qualcosa che ti piace, quando poi ne spendi il triplo se non di più al mese per qualcosa di superfluo”.

Tutte lamentele futili perché se si cercasse di far incontrare i due neuroni che vagano solitari nello spazio desertico del cervello di alcuni elementi, si potrebbe arrivare a capire che se la maggior parte degli sport è trasmessa su servizi a pagamento, è dovuto al fatto che i diritti costano troppo e che bisogna avere i giusti guadagni per non finire alla fine delle trasmissioni a girare in braghe di tela. Al momento c’è chi come Sky e DAZN può permettersi questo, se invece Rai e Mediaset non lo fanno, non è colpa di chi ha più soldi.

Voglio farvi un esempio delle passate stagioni. Prediamo il prodotto di punta italiano: la Formula 1. Trasmessa sempre dalla Rai fino al 2017, l’emittente statale non aveva mai mandato in onda le prove libere prima del 2013. Questo perché? Perché Bernie Ecclestone vendeva il pacchetto F1 completo a un prezzo troppo alto per la tv di Stato. Dal 2013, quando è approdata Sky in pista, quest’ultima ha rivenduto i diritti in chiaro alla Rai ad un prezzo vantaggioso che poteva permettere a quest’ultima di avere anche le sessioni del venerdì e quella del sabato mattina.
Per quanto riguarda altri sport di nicchia, abbiamo visto ad esempio il trattamento della stessa Rai nei confronti del Mondiale Rally qualche stagione fa. Detentrice dei diritti, mandava raramente delle sessioni in diretta, come faceva invece Fox Sports negli anni precedenti, e talvolta si limitava a mandare dei semplici highlights il martedì o il mercoledì sera, quando capitava. Stessa, se non peggiore, situazione per quanto riguarda invece Sportitalia. La tv in chiaro detiene i diritti della serie principale della NASCAR e del Mondiale RallyCross. Ecco, tracce di questi campionati se ne hanno ancora con più rarità. Oltretutto, dato che in Italia il WRX è nelle mani dell’emittente diretta da Michele Criscitello, è impossibile seguire gli eventi sul canale YouTube del campionato che trasmette in diretta gratuitamente tutte le sessioni, lasciando così gli appassionati della categoria a bocca praticamente asciutta.

Riprendendo il triangolo Sky-IndyCar-DAZN, se prima per seguire la IndyCar dovevi pagare 29€ al mese o 35€ (dipende se ti interessa l’HD o meno, ndr), ora ti bastano 10€, praticamente un terzo. Eppure c’è chi riesce a lamentarsi pure di questo. Ok, che sono 10€ in più, ma se DAZN non avesse acquistato i diritti, ora saremmo tutti col cerino in mano perché non avremmo la possibilità di seguire il campionato a ruote scoperte statunitense.

Il fine di queste righe è quello di far capire che se si hanno delle passioni, è giusto fare dei sacrifici per poterle seguire, come accade in qualsiasi ambito del mondo moderno. Purtroppo non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca allo stesso tempo. Bisogna comunque ringraziare che ci sia qualcuno che decida di non farci perdere un secondo delle nostre azioni, perché se non fosse per emittenti come il DAZN di turno, perderemmo parte di ciò che ci interessa. Per poter fare tutto questo, è necessario mettere in atto dei sacrifici, quali siano questi lo scegliete voi, ma non possiamo avere tutto e gratis. Se poi non volete fare dei sacrifici, non state a lamentarvi o a dare la colpa a uno piuttosto che a un altro. Il mondo funziona così.
Piuttosto che niente, è meglio piuttosto.

Immagine in evidenza: © NTT IndyCar Series / Twitter

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1 Comment on "Green Flag – Non potete guardare tutto e non spendere un euro!"

  1. Salvatore Squatrito | 08/03/2019 at 13:28 | Rispondi

    Mah, in realtà ho disdetto Sky F1 perché Vanzini mi sta molto antipatico. Quindi sono alla ricerca di alternative anche in lingua inglese piuttosto. 😉

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