Time Attack – GP USA | McLaren sempre al top, Ferrari un passettino in avanti e meglio di Mercedes

© McLaren - Twitter

A Woking il passo in avanti è mostruoso. Quasi due secondi e mezzo recuperati in una sola stagione, nonostante le particolari condizioni di questo weekend

Anche nell’insolito freddo Texas torna l’appuntamento con Time Attack, in cui andremo ad analizzare chi e quanto hanno migliorato i diversi team tra un dosso e l’altro del tracciato di Austin.

Nonostante appunto l’asfalto irregolare, di cui molti piloti si sono lamentati, e le temperature particolarmente insolite per essere quello di un week-end di Formula 1, quasi tutti i team hanno migliorato. Tra questi c’è chi lo ha fatto con margini davvero importanti. Scopriamoli.

2019 vs 2018 – Il podio

Per il quarto GP consecutivo, la McLaren si conferma come il team che, sul giro secco, ha fatto meglio in 12 mesi sullo stesso circuito. Quello attuato ad Austin è davvero impressionante, soprattutto per il gap rifilato a tutti gli inseguitori. A Woking, in circa 380 giorni, hanno tagliato di netto oltre 2.4 secondi dal tempo registrato un anno fa da Fernando Alonso nel Q1.

Ancora sul podio, ma a posizioni invertite rispetto al Messico, ci sono i due tori con la Red Bull a precedere la Toro Rosso, unici team a migliorarsi di oltre un secondo.

A Milton Keynes, il lavoro svolto nel 2019 ha pagato bene con 1.4 secondi recuperati dal 2018, quando Ricciardo non andò oltre il 5° posto. Questo miglioramento, infatti, ha portato Verstappen a chiudere la qualifica a 67 millesimi dalla pole position.

A Faenza, invece, il gap recuperato è un filo minore. “Solo” 1.25 secondi di miglioramento, che però hanno concesso a Gasly di ottenere un posto in top-10. Bisogna però evidenziare che i tempi delle due STR14 furono registrati nel Q1, perché, a causa delle penalità inflitte alle due Toro Rosso, Hartley e Gasly non effettuarono alcun giro nel Q2.

2019 vs 2018 – I miglioramenti

Il primo team in positivo, ma sotto il secondo, è la Renault che continua ad ottenere piazzamenti nelle prime cinque file sul suolo americano. I sette decimi di passo in avanti non bastano però per migliorare la posizione in griglia. Dal 7° posto di Nico Hulkenberg nel 2018, a Enstone sono passati al 9° di Daniel Ricciardo, proprio per effetto del mega passo in avanti delle due McLaren.

Poco più di quattro sono i decimi di miglioramento della Haas nella sua gara di casa. Il team di Kannapolis, però, lo scorso anno ottenne un pass per il Q3 con Grosjean, mentre quest’anno il migliore in griglia è Magnussen con il 12° tempo.

Bisogna scendere fino al sesto posto per trovare la Ferrari che, rispetto al secondo tempo di un anno fa con Sebastian Vettel, ha migliorato di due decimi e mezzo. La posizione di partenza del tedesco sarà la stessa, ma lo stesso, nel 2019, si è classificato a soli 12 millesimi dalla pole position di Valtteri Bottas, mentre un anno fa il gap da Lewis Hamilton era di 61 millesimi.

Di poco dietro al team di Maranello c’è la Racing Point che ha limato di 224 millesimi quanto ottenuto la passata stagione. Se però lo scorso anno la “Pantera Rosa” poteva vantare un 6° posto al via con Ocon e un 10° con Pérez, quest’anno il team di Silverstone deve accontentarsi del 14° di Stroll e della partenza dai box del messicano.

Sesta pole position consecutiva negli USA per la Mercedes che, però, in 12 mesi ha assottigliato il tempo della pole del quasi sei volte iridato Lewis Hamilton di solo due decimi. Valtteri Bottas ha stabilito il nuovo record del tracciato texano, ma questo non basta per schiodare i campioni del mondo dall’ottava posizione di oggi.

Continua la discesa libera dell’Alfa Romeo che ieri ha fatto un impercettibile passo avanti. Miglioramento solo sull’ottica del tempo sul giro, ma non sulla prestazione. I 29 millesimi guadagnati in un anno non bastano per far sprofondare il Biscione dal 9° posto di Leclerc al 16° di Giovinazzi.

2019 vs 2018 – I peggioramenti

Passo indietro altrettanto impercettibile per la Williams che, in un anno, ha perso 10 millesimi. Impercettibile quanto superfluo perché, con lo stesso tempo della passata stagione, Russell non avrebbe guadagnati metri in griglia. Il gap della vettura di Grove, dall’Alfa di Raikkonen, è di 1 secondo.

2019 vs 2017 – Resoconto complessivo

Grazie al grande lavoro svolto la passata stagione, l’Alfa Romeo vive di rendita e si conferma come il team col miglior incremento in 24 mesi. In Svizzera, dal 2017, il passo in avanti fatto è di 2.6 secondi.

Poteva essere avvicinabile, senza il passo a gambero nel 2018, dalla McLaren che con i quasi 2.5 secondi guadagnati ieri, se la sarebbe giocata. I 3 decimi persi un anno fa, invece, portano il team di Woking a classificarsi secondo con quasi 2.2 secondi di upgrade in due anni.

Segue a breve distanza la padrona di casa Haas, che dal 2017, sulla pista texana ha tagliato 2 secondi dal tempo iniziale. Nonostante tutto, le prestazioni del team del Nord Carolina, non sono state influenzate.

Per quanto riguarda i top team, la Red Bull ha migliorato di 1.5 secondi, con la Ferrari che segue a 1.3 secondi. Per la Rossa di Maranello, nonostante i miglioramenti importanti, la miglior posizione al via resta sempre la seconda. Questo perché la Mercedes, a sua volta, ha eliminato un secondo dal tempo della pole di Hamilton del 2017.

L’unico team capace di peggiorarsi al Circuit of the Americas è la Williams. Non un gran lavoro a Grove, con la FW42 che, rispetto alla FW40, ha perso circa due decimi. “Poco” verrebbe da dire. Il problema risiede nel fatto che il team sia passato dall’11° tempo di Massa nel 2017, al 17° di Sirotkin al 19° di Russell.

Immagine in evidenza: © McLaren - Twitter

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