Formula 1, 70 anni da regina!

Buon Compleanno Formula 1: il 13 Maggio 1950 si disputava il primo Gran Premio della storia

Sono passati già 70 anni da quando i 21 piloti iscritti al Gran Premio di Gran Bretagna diedero il via al primo Campionato del Mondo di Formula 1. Una gara, per la cronaca, a fortissime tinte azzurre, anzi rosse visto che questo era il colore assegnato alle macchine italiane, in cui a trionfare fu l’Alfa Romeo (che monopolizzò tutto il podio) guidata dal mitico Nino Farina davanti a Fagioli e all’inglese Parnell. Da quel giorno la Formula 1 è cambiata totalmente ma una cosa è rimasta uguale: è dal 1950 che rappresenta, indiscutibilmente, la categoria regina del Motorsport sotto diversi aspetti.

LA SICUREZZA

Raro onboard camera su una macchina di F1 degli anni ’50, Juan Manuel Fangio su Maserati (1957)

All’inizio più che uno sport, la Formula 1 era ritenuta un modo creativo per suicidarsi vista la totale assenza di misure di sicurezza. Non solo per i piloti (pensate che si correva “in borghese”, con una cuffietta o tutt’al più un elmetto e non c’erano nemmeno le cinture di sicurezza) ma anche per gli spettatori, che non avevano nessuna protezione che li dividesse dalla pista. La sicurezza è diventata una priorità soltanto nel corso del tempo, quando con l’aumentare della velocità aumentavano esponenzialmente anche gli incidenti mortali in pista e sugli spalti. Sarebbe ingiusto fare una lista di tutti i piloti, commissari e spettatori che hanno perso la vita durante un Gran Premio in questi settant’anni perché rischieremmo di dimenticarne sicuramente qualcuno. Ciò che è importante ricordare però è che, grazie al loro sacrificio, le macchine sono diventate sempre più sicure e non solo quelle da corsa, ma anche quelle che abbiamo guidato e che guidiamo per strada, sviluppate grazie a tecnologie brevettate in Formula 1. Oggi nessuna auto al mondo è sicura quanto un prototipo di F1.

LA VELOCITA’

Il motivo principale per cui la Formula 1 è considerata la regina degli sport motoristici è però la velocità che un’auto di questa categoria riesce a raggiungere, non tanto quella di punta ma più che altro quella di percorrenza curva. In ogni epoca le macchine di F1 sono state le più veloci e nel corso degli anni si sono raggiunte prestazioni sempre maggiori, grazie al miglioramento dei motori, della meccanica e dell’aerodinamica. Oggi queste macchine sono quasi più simili a un aereo militare che non a un’auto. Facciamo qualche esempio, considerando la pista di Austin in Texas (dove oggi corrono diverse categorie motoristiche) questi sono i migliori tempi sul giro:

  • F1: 1.32.323 (Mercedes W10 – 2019)
  • WEC: 1.45.520 (Toyota TS050 – 2017)
  • Indy Car: 1.48.895 (Dallara DW12 – 2019)
  • MotoGP: 2.04.420 (Ducati GP19 – 2019)

Molti detrattori della Formula 1 però sostengono che l’elettronica abbia snaturato lo spirito delle corse, rendendo le macchine più veloci ma più facili da guidare. Sicuri che sia così?

© Ferrari, Media Center.

Il primo fattore che non può rendere una F1 facile da guidare è proprio la velocità, tutta l’elettronica del mondo non può annullare le forze G a cui sono sottoposti i piloti durante un giro su uno di questi bolidi. Paradossalmente, il difficile non risiede tanto nell’accelerazione (pur spaventosa soprattutto nelle curve veloci) quanto nel suo movimento contrario: la frenata, durante la quale soprattutto il collo del pilota (perennemente sotto sforzo) viene sottoposto a uno stress ancora maggiore, che una persona normale non potrebbe sopportare. Proprio per questo motivo, nelle piste più tecniche e veloci, vediamo spesso i piloti far riposare il collo inclinando la testa sui rettilinei. Per farla breve, i piloti di F1 moderni sono dei veri e propri atleti, costretti a un regime rigidissimo di dieta e di allenamento. Quelli del passato lo erano molto meno perché le velocità erano più basse e il fisico veniva sottoposto a degli sforzi minori rispetto agli standard attuali. Altri due fattori che devono farci riflettere sulla difficoltà di guidare una Formula 1 sono la posizione di guida (oggi praticamente distesa con una visibilità assai ridotta rispetto al passato) e la presenza di decine di pulsanti sullo sterzo che vanno gestiti dal pilota praticamente ad ogni curva, mentre si viaggia a velocità altissime e si è in battaglia con altri.

Alberto Ascari su Ferrari (1950) © Scuderia Ferrari SpA / Getty Images.

Certo, qualcuno potrebbe controbattere dicendo che i piloti del passato erano costretti a guidare con una mano sola, per il cambio ad H, con uno sterzo molto più pesante rispetto a quello di oggi e che non avevano praticamente margine di errore visto che per ogni incidente potevano rischiare la pelle. Tutto giusto, ed è proprio per questo che non dovremmo mai fare paragoni tra piloti di epoche diverse. Ognuno vive la propria ed è un campione nel suo tempo.

Dopo 70 anni la Formula 1 continua perciò ad essere la regina delle categorie motoristiche, continua ad appassionarci, a scatenare le nostre polemiche e a farci sognare. Sognare di provare il brivido della velocità sulla nostra pelle come i nostri beniamini, il gusto della vittoria come se fossimo in macchina con loro a conseguirla. I tempi e i regolamenti cambiano ma la passione per questo sport rimane intatta, lunga vita alla Formula 1!

Immagine in evidenza: © Mercedes AMG F1, Media Center.

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Autore

Francesco Bafaro
Laureato in Lettere, specializzando in Filologia Moderna. Seguo la Formula 1 da quando ero piccolissimo, nello scrivere cerco di unire la passione per il Motorsport con quella per la Letteratura. In fondo i piloti che ogni domenica si sfidano in pista sono proprio come gli eroi dell' Epica classica e cavalleresca!

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