Controsterzo: Una decisione che serve solo a Vettel.

Il mondo della Formula Uno, all’indomani di una frattura che peserà.

A mente fredda.

Il “quasi incidente” tra Vettel ed Hamilton è stato un episodio dubbio.

Inutile prendere una posizione netta, ciò che è successo è al limite del regolamento. Se tifate Ferrari probabilmente non sarete d’accordo. Provate, perciò, ad immaginare cosa avreste pensato a parti invertite. In molti avrebbero avuto, probabilmente, un’ opinione contraria.

Questo è, per definizione, ciò che accade quando si verifica un episodio dubbio. E proprio per questo io credo che la penalità inflitta a Vettel sia stata un’errore.

Non una scelta ingiusta, non un complotto a favore della Mercedes. Semplicemente una scelta sbagliata.
Perchè quando un episodio è dubbio, e quindi apertissimo a qualunque valutazione, bisogna valutare le conseguenze della scelta che si compie.

Le regole, a mio avviso, bisogna saperle leggere ed applicarle.

L’episodio di ieri ha fatto e farà molto male a questa Formula Uno già in calo di ascolti.

Una Formula Uno già azzoppata da una Mercedes più che dominante.
Una Formula Uno frenata da una Pirelli che, permettetemi di dirlo, ha prodotto una gomma non all’altezza (quando si parla più di gomme che di sospensioni, è così).

Una vittoria Ferrari, sarebbe stata una boccata d’aria per tutti.

Pure per la Mercedes. Vale di più il mondiale di Hamilton del 2014 o quello dell’anno scorso? La risposta è ovvia. Senza avversari, un mondiale perde il suo prestigio.

Paradossalmente, l’unico che ci ha guadagnato è Sebastian Vettel.
Si proprio lui.
Vettel avrà anche perso (per ora) la vittoria, ma il post gara gli servirà parecchio nei prossimi mesi.
Mi prendo un azzardo dicendo che questo episodio chiude un cerchio infernale iniziato l’anno scorso in Germania quando Sebastian, ai tempi amatissimo, finì a muro sotto la pioggia.

Iniziò così una crisi profonda fatta di testacoda e malumori. Il nemico numero uno è diventato lui. La colpa di tutti i mali. Fragile, debole, demotivato, sopravvalutato. Ne abbiamo lette di tutti i colori.
E ieri, quasi per magia, in tanti hanno aperto gli occhi.
Che ci si sia resi conto che una stagione difficile possa capitare a tutti?
Che ci si sia resi conto che puoi guidare da 4 anche quando non vali 4?

Lo scambio dei cartelli d’arrivo nel post gara entrerà nella storia.
La rabbia del tedesco nei team radio è entrata nel cuore di molti.

Mi sarei aspettato temporali di critiche dato che, in fin dei conti, tutto è nato da un errore del numero 5.
Sarà stata la pole spaziale del sabato, sarà stato il ritmo infernale e martellante per tenere dietro un Hamilton su macchina più veloce.
Fatto sta che in molti, per una volta, hanno contestualizzato e compreso l’errore di Sebastian.
Per fare una metafora calcistica, Vettel è un ultras che guida la sua squadra con tanto di fascia da capitano.

E soprattutto ha carattere da vendere. E ieri, permettetemi di dirlo, si è potuta apprezzare l’autenticità del personaggio, lampante e palese, soprattutto se confrontata con quella di Hamilton, che io reputo costruita e sempre più banale.

“Nelle corse si può fare molto di più che vincere”
cit.Cars – Motori Ruggenti


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