Controsterzo: Due misteri sulla Ferrari

Due errori strategici che affossano le performance della SF-1000lentissima. O c’è qualcosa che non sappiamo?

‘Chi perde spiega’ diceva Julio Velasco.
E allora eccoci qui, a provare a spiegare i malanni di una rossa nata male.
Dejavù?

Ci sono due aspetti che non comprendo (e di sicuro non sono il solo) della situazione SF1000-ntissima.
Due misteri strategici, che si palesano nel KO ricevuto sabato, e parzialmente evitato il giorno dopo.
Il primo grave, il secondo meno (o forse di più).

Questo primo weekend ha materializzato le voci provenienti dalla Germania.
Altro che scacco matto politico, altro che collaborazione FIA-Ferrari.
Il patto era segreto perché squalificare un brand che si piazza da sempre tra i più importanti a livello globale, quotato in borsa e vero e prorio simbolo della Formula Uno sarebbe stato un colpo troppo forte.
Della serie colpito e affondato.

La verità è che il motore, probabilmente ridisegnato in fretta e furia, non spinge.
La macchina, probabilmente disegnata sulla base del motorone della SF90 (che a questo punto sarebbe stato anche evoluto), soffre da tutte le parti –
gestione gomme a parte – a dimostrazione di un progetto che forse, col motorone sopracitato, poteva anche avere un senso.
Della serie rinuncio a quei 15km/h in più che ho sul dritto, per migliorare carico aerodinamico e gestione gomme. E al drag ci penseremo.

Eccolo, il primo, gigante, punto interrogativo:

Arrivate le difficoltà economiche create dalla pandemia, la FIA ha deciso di bloccare lo sviluppo delle Power Unit.
E la Ferrari? Perché non usare il veto? Perché accettare silenziosamente una mossa che significa bye bye mondiale per i prossimi due anni?

Una scelta sicuramente opinabile, in una situazione in cui l’inimitabile Enzo avrebbe minacciato il ritiro delle due macchine (quattro? se contiamo Alfa Romeo?)

E allora viene il dubbio che l’accordo segreto di cui si parlava possa avere dei vincoli che in qualche modo hanno ‘annullato’ il potere di veto sul blocco dello sviluppo dei motori.


Perché se sei Ferrari, non puoi accettare di lottare per il terzo posto, per DUE STAGIONI di fila.
Non funziona così.

Lo ha capito Leclerc che, aiutato dalla fortuna e da un muretto stranamente perfetto, ha deciso di correre in modalità Schumacher-1996.
Della serie, se la vettura non ci arriva ci penso io.
IMMENSO.

Al contrario di un Vettel che, tra frecciatine infantili alla squadra ed ennesimo testacoda, si è rivelato la grande delusione del weekend.

Bocciato, più della SF1000.
E questa é una grande offesa.

Ma ritorniamo alla squadra che questa vettura l’ha partorita, ed ecco il secondo mistero che avvolge questa brutta storia.
Niente da dire se la Power Unit dello scorso anno toccava punti grigi (forse anche neri) del regolamento. Quando combatti contro avversari che ‘campano’ su magheggi simili (vedi DAS, cerchi forati, olio in camera di combustione, ecc.), o ti adatti o soccombi.

Ma non si può non dubitare che i colpi in canna non siano stati utilizzati correttamente.

Aveva senso sparare la Power Unit al massimo lo scorso anno? In una stagione che era già persa all’ottava gara, non sarebbe stato più utile tenersi un asso tanto importante nella manica?

La Red Bull era palesemente dietro, grazie alle disgrazie (gioco di parole) di Gasly. La Mercedes, era avanti un anno (e infatti la W10 dipinta di rosa da daddy Stroll domenica aveva un passo migliore della SF1000).

Si poteva giocare d’astuzia, tenendo il ‘manettino’ giù quel tanto che bastava per non creare sospetti. Spararlo al massimo, perchè no, a Monza. Enzo avrebbe gradito. E poi di nuovo in basso fino a fine stagione.

Qualche sospetto, 1/10 dei reclami ricevuti dagli altri e forse il motorone lo avremmo avuto anche quest’anno, con tanto di evoluzioni programmate.

Ok, la SF1000 non sarebbe comunque da mondiale.
Ma quantomeno avremmo avuto la possibilità di sognare (non è questo, alla fine, il centro di tutto?) che il prossimo pacchetto aerodinamico sarebbe potuto essere quello giusto. La palottola perfetta per abbattere le frecce nere.

E invece siamo qui, a sperare che ci permetta di battere la racing point.
E non c’è altro da aggiungere alla tristezza che circonda questa frase.

Immagine in evidenza: ©

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