Undercut: Mugello, così si fa! Però…

La tappa toscana del campionato mondiale di Formula 1 ha riportato le monoposto su un tracciato vecchio stampo, chiaramente ormai fuori standard per questa competizione

Che layout il Mugello!
Me ne sono innamorato già venerdì: pista stretta ma veloce, dove tecnica e palle fanno da padroni in una competizione dove la pura velocità è ancora il vero spettacolo. 

A farmi saltare sul divano è stato prima di tutti Lewis Hamilton, primo a percorrere Arrabbiata 1 e Arrabbiata 2 con il piede destro affondato sul gas. In un tracciato dove la velocità conta quanto la tecnica, Hamilton ha dimostrato di essere attualmente il miglior pilota dello schieramento, ma non voglio parlare di Lewis. 

Iniziamo con il comprendere meglio la pista. Il circuito del Mugello si compone di 15 curve, 9 a destra e 6 a sinistra, e di alcuni lunghi rettilinei. L’allungo maggiore è di 1141 metri, e la larghezza del tracciato va dai 9,6 metri nel punto più stretto, ai 14 metri nel punto più largo. Queste dimensioni, associate ai 5245 metri di lunghezza totale, fanno del Mugello un tracciato perfettamente nella media dei tracciati che compongono il calendario.
Sopraelevate, discese, curve lente, curve a media velocità, curve veloci e curve in contropendenza, fanno del tracciato di Scarperia uno dei più completi ed impegnativi di questo strano mondiale. Il tutto senza considerare il buon vecchio ghiaione che non perdona. Se sbagli, sei fuori. 

Non come quelle fastidiose vie di fuga asfaltate che comportano duro lavoro dei commissari per stabilire chi era dentro e chi era fuori. E perdonano qualche errorino. Con la ghiaia, invece, è tutto diverso. Appena metti una sola ruota fuori, si alza un polverone. Se ne metti due, torni in pista sbandando. Se ne metti tre forse ancora hai qualche speranza. Ma se ne metti quattro, allora resti con le ruote sospese e il fondo appoggiato sulla ghiaia. Fine dei giochi. 

Tutto bellissimo, e con quel senso di amarcord che nemmeno Mick Schumacher con la F2004 prima dell’inizio della trafila che porta alla formazione della griglia di partenza. 

Ma nel giro di una F1 che fa della sicurezza un obiettivo da perseguire in modo continuo e costante, il Mugello non ci può stare. 12 varchi per 15 curve.
12 varchi e, dalla maggior parte di questi, gru e trattori non passano. Le bandiere rosse ne sono state la testimonianza.
E magari può starci la prima, ma la seconda è figlia di vie di fuga particolarmente strette e varchi inadeguati, nonostante la prontezza dei marshall a bordo pista. 

Immaginate se fosse capitato qualcosa di simile a quanto successo a Hukenberg nel 2018 ad Abu Dhabi. Staremmo forse parlando di una catastrofe, invece di stare qui a parlare di quanto sia spettacolare il tracciato toscano. 

Credo fermamente che un evento al Mugello possa esistere, purchè si trovino le giuste condizioni economico-finanziarie e purchè si trovi qualcuno disposto ad investire seriamente in questo progetto. Perchè con pochi interventi mirati, il Mugello può tranquillamente essere allo stesso livello dei più moderni e blasonati circuiti del mondo. 

Varchi a parte, fossi Alessandro Borghese, darei un bel DIESCI al tracciato e allo spettacolo. 

Immagine in evidenza: ©Ferrari Media Center

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